Sono mamma di una bimba di 8 mesi che ha sempre avuto problemi a dormire di giorno per problemi di colichette. Da quando ho iniziato lo svezzamento a 5 mesi ha incominciato a riposare un po’ di più durante il giorno ma ad oggi si comporta in questo modo:
– si sveglia alle 7.00 del mattino e beve il suo biberon di latte artificiale, a volte riesce a fare ancora un pisolino di un’ ora a volte no
– verso le h 10.30-11.00 ha ancora sonno e vuole dormire ma prima che riesce ad addormentarsi trascorre almeno 10 minuti a piangere per poi dormire da mezz’ora a un’ ora prima di pranzo
– dopo pranzo si addormenta verso le h 15 senza fatica e dorme un’oretta buona e riesce a stare sveglia abbastanza tranquillamente fino a dopo cena
– verso le h 20.00 vuole andare a nanna. Quando l’allattavo al seno si addormentava in braccio e quindi riuscivo a metterla nel lettino così come ogni volta che durante la notte si risvegliava per la poppata. Dallo svezzamento serale si addormenta lo stesso abbastanza facilmente ma solamente sdraiata accanto a me nel lettone mentre le canto la ninna nanna e se provo a metterla nel lettino si sveglia subito piangendo. Durante la nanna nel lettone comunque alcune sere già alle 23.00 circa si sveglia per voler bere il suo biberon di latte a volte invece dorme fino alle 4.00 o addirittura fino alla mattina senza voler bere nulla ma il sonno non risulta mai profondo perché si sveglia anche 4/5 volte perché perde il ciuccio o senza un apparente motivo (o almeno io non capisco perché).
Pertanto mi chiedo come posso farla addormentare nel lettino allo stesso modo del lettone, farla dormire tutta notte senza problemi e come non farla piangere durante il pisolino della mattina. Tenga presente che tra due mesi rientrerò al lavoro e mi servirebbe proprio riuscire a non svegliarmi continuamente di notte come faccio da ormai 8 mesi. Grazie per qualsiasi suggerimento mi riesca a dare.
Francesco Peverini
Cara signora,
frequentemente giungono domande di mamme che lamentano un sonno ridotto o frammentato per la presenza nel letto dei loro bambini, una scelta che nasce involontariamente, con presupposti indubitabilmente amorevoli, ma che proseguendo nel tempo mostra limiti di accettabilità da parte del genitore che al mattino deve lavorare.
Questa condizione viene definita co-sleeping o bed sharing. Co-sleeping significa dormire in prossimità del bambino (nella stessa stanza), bed sharing nello stesso letto.
Già in altre occasioni mi sono soffermato sulla soluzione di far dormire inizialmente i neonati nella stessa camera dei genitori, ma non nello stesso letto. Questa situazione, può permettere al genitore di dormire di più anche se il bambino si sveglia per l’allattamento, in quanto la mamma trovandoselo accanto può prenderlo per offrirgli il seno senza doversi alzare. In più, i bambini non presentano ansie da separazione notturne e si hanno meno problemi a metterli nel lettino (o nella culla), specialmente se si impostano rituali precisi che facciano comprendere al bambino che è ora di dormire.
Inoltre, dormire accanto (e non nello stesso letto) riduce il rischio di morte improvvisa nel sonno del 50%.
Tutto ciò che serve perché si determini un incidente nel sonno di un bambino, è infatti una sola, singola opportunità.
Le statistiche di bed-sharing suggeriscono oggi che la maggior parte degli incidenti mortali correlati al sonno nei bambini può essere attribuita alla condivisione del letto: il 64% dei bambini si trovava nello stesso letto dei genitori al momento del decesso e la maggior parte dei decessi avviene quando un adulto che dorme con un bambino, ha fumato, bevuto alcolici o assunto farmaci o droghe che lo fanno dormire molto profondamente.
Una possibile soluzione – rimanendo nel co-sleeping – è quella di affiancare la culla al letto, dalla parte della mamma; si definisce “disposizione sidecar”. Si attacca saldamente una culla su un lato del letto dei genitori, accanto alla madre. Tre lati della culla del bambino vengono lasciati liberi e il lato accanto al letto dei genitori viene portato allo stesso livello in modo che la madre e il bambino possano accostarsi facilmente l’uno all’altro.
Infine, la vita di relazione dei genitori. La privazione di sonno probabilmente lascerà loro desiderare più il sonno che il sesso, ma il co-sleeping, con il bambino nella stessa stanza, non dovrebbe mettere un freno al romanticismo di coppia. E’ dunque ancora in tempo per metetre la sua bambina a dormire accanto al lettone, nel suo lettino. Certo ci vorrà pazienza, ma creda se affronterà questo passo con affettuosa determinazione, sera dopo sera, raggiungerà l’obiettivo. Con cordialità.
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