Bi-test positivo e DNA fetale negativo: fare o no l’amniocentesi?

Dottoressa Faustina Lalatta A cura di Faustina Lalatta - Dottoressa specialista in Genetica clinica Pubblicato il 23/01/2025 Aggiornato il 23/01/2025

La decisione di indagare attraverso l'amniocentesi sulla salute del feto, per escludere con sicurezza la presenza di anomalie, spetta esclusivamente alla coppia di genitori. Il ginecologo di fiducia così come il genetista possono essere solo di supporto nella scelta, fornendo informazioni corrette.

Una domanda di: Federica
Ho effettuato il bitest, ottenendo i seguenti valori: freebeta 96,8 – papp 0,880 – Trisomia 21 rischio di base 1:285 rischio corretto 1:81.
La translucenza nucale (TN) è di 2,1 – Crl 62,0 – Funicolo 3 vasi. Il DNA FETALE è risultato negativo alle varie trisomie, è il caso di
effettuare una amniocentesi?
Faustina Lalatta
Faustina Lalatta

Gentile signora,
ogni accertamento in gravidanza, per indagare caratteristiche genetiche o morfologiche del proprio bambino, è un atto assolutamente volontario. Frutto di una scelta che deve tener conto del potere dei vari esami e del desiderio di conoscenza (e di rassicurazione) dei genitori. Ogni coppia è diversa dall’altra anche rispetto a questa volontà.
I dati del suo bi-test , in un’era precedente all’arrivo del test del DNA fetale, non avrebbero lasciato alcun dubbio sull’indicazione ad eseguire una procedura invasiva, cioè un’indagine genetica definitiva almeno per alcune categorie di difetti congeniti. Parlo delle anomalie cromosomiche, tutte, e delle anomalie genomiche, cioè le microduplicazioni e le microdelezioni che si identificano mediante l’Array CGH sullo stesso campione di cellule del liquido amniotico.
Con l’arrivo del test non invasivo che analizza i frammenti di DNA fetale circolanti nel sangue materno, si è cominciato a pensare che non sarebbero state più eseguite le amniocentesi, perchè non necessarie e pericolose. Ma questo non potrà mai accadere perchè il potere del test del DNA fetale è nettamente inferiore all’analisi genetica completa che si ottiene con il prelievo di liquido amniotico. Naturalmente le indagini genetiche devono essere garantite da un centro di riferimento ospedaliero.
Resta il punto delicato del rischio della procedura invasiva, che oggi viene vissuto come estremamente elevato, pur essendo ai minimi storici, cioè nettamente inferiore all’1/100. Come scegliere cosa fare? Come esprimere la propria volontà? Non esiste una ricetta segreta, ma ci si deve affidare per essere guidati al desiderio più forte, quello che domina: desidero conoscere il più possibile riguardo le caratteristiche genetiche del mio bambino pur correndo un rischio sulla gravidanza, oppure preferisco difendere la gravidanza sapendo che la potenza diagnostica del test del DNA è inferiore?
In questi casi io suggerisco anche di dare molta importanza all’ecografia della 15^ settimana. Ogni parametro dubbio o non normale potrà avere grande peso sulla decisione.
Spero che sia ben seguita dal ginecologo di fiducia. Cordialmente.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.

Se non trovi la risposta al tuo quesito, fai la tua domanda ai nostri specialisti. Ti risponderemo prima possibile. Fai una domanda all’esperto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Mamma e papà Rh negativo: in gravidanza e dopo il parto si deve fare lo stesso la profilassi?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se entrambi i genitori sono Rh negativo non ha alcun senso che alla donna venga effettuata la profilassi contro il fattore Rh positivo, viso che il figlio sarà con certezza Rh negativo.   »

Autismo: c’è un’indagine che può accertarlo con sicurezza in gravidanza?

20/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Giorgio Rossi

Come e più di altre anomalie del neurosviluppo, i disturbi dello spettro autistico sono legati a molteplici "errori" genetici. Alcune ricerche hanno indicato più di 1000 geni potenzialmente coinvolti: la complessità del problema non consente di accertarlo con sicurezza durante la gravidanza.   »

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti