Sono la mamma di un bambino di 5 anni. Lo scorso mese sono andata al colloquio con le maestre le quali mi hanno detto che M. ha problemi emotivi. Mentre è in asilo ha degli attacchi di rabbia, sfida spesso le maestre e appena fa qualcosa che non dovrebbe fare inizia a piangere e si mette in punizione da solo. A casa, non avendo fratelli o cugini, è circondato da adulti, passa praticamente il tempo con i nonni materni e con me dal momento che due anni fa io e il papà di M. ci siamo separati. Se gli chiedo che cosa ha fatto in asilo, la risposta è “non mi ricordo” o “mamma lasciami stare”. Le maestre non mi hanno dato indicazioni su come poter risolvere la situazione. Come posso aiutarlo?
Angela Raimo
Cara mamma, direi senz’altro che le maestre non dovrebbero assecondare il bambino quando si auto-punisce, mentre è giusto che lo invitino con dolcezza a evitare certi atteggiamenti, facendogli osservare che disturbano prima di tutto lui stesso. Da parte sua può invece aiutarlo ad allontanare la rabbia rapidamente, ogni volta che la sente arrivare. Può insegnargli un rituale “scaccia-rabbia”, basato sui principi dell’equilibrio emozionale: quando si sente molto in collera o a un passo dal commettere qualcosa che non va può provare a mettere una manina nella parte destra del corpo, sotto le ultime costole, per poi pensare dentro di sé: “Rabbia, io ti mando in vacanza. Vai via, vai via!”. Le consiglio anche di trascorrere del tempo con lui leggendogli le fiabe, anche quelle classiche vanno molto bene. Gli chieda anche di imparare a dare sempre un nome alle emozioni forti con cui si trova alle prese: scontento, allegria, collera, contentezza, delusione, stupore, paura e così via perché in questo modo diventa più facile superare i momenti negativi. Lo aiuti in tal senso disegnando con lui su un foglio tante faccine con le singole emozioni: prenda come modello le cosiddette emoticon, facilmente reperibili in Internet o anche nello smart phone. Una volta disegnate tutte le faccine, gli chieda di dirgli quali sono le emozioni belli e quali sono le brutte, quindi di nominarle a una a una. Il foglio può diventare un mezzo con cui lui può raccontarle come si sente o come si sentiva all’asilo. Per finire, quando è possibile faccia in modo che il suo bambino anche dopo l’asilo trascorra del tempo con un’amichetto, magari invitando qualcuno a casa vostra. Stia comunque tranquilla, il suo affetto e le sue attenzioni, uniti a quelle dei nonni, favoriranno un armonico sviluppo psicoemotivo del suo bambino. Mi tenga aggiornata. Con cordialità.
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