Io e mio marito abbiamo 32 anni e per via del lavoro (che non riusciamo neanche a cambiare perché non c’è nulla purtroppo), dato che ci trasferiscono da una sede all’altra non riusciamo a sistemarci da nessuna parte per farci una famiglia. Mi irrita vedere gli altri come le mie cognate avere una vita serena con una casa di proprietà e dei figli. Il fatto di non avere ancora una casa mi fa vivere in angoscia. Ho paura di vivere una vita in affitto, a ottobre ho sofferto di attacchi di panico. Non è giusto vedere gli altri avere una vita perfetta a differenza nostra sempre in ballo con i traslochi. Sono arrivata al limite non c’è la faccio più. Cosa mi consiglia?
Ombretta Cecchini
Cara Sara,
comprendo bene il tuo stato d’animo, il senso di precarietà e di ingiustizia che probabilmente stai provando.
La casa è il luogo in cui rifugiarci, la tana, il posto in cui poter riposare e sentirsi accolti.
Non credo però che confrontare la tua vita con quella di chi ti sta accanto possa aiutarti in questo momento.
In ogni istante della nostra esistenza possiamo trovare chi è più fortunato e chi è più sfortunato di noi, dipende da dove decidiamo di volgere lo sguardo.
La nostra vita è come una scatola di Lego: ognuno ha i suoi blocchetti con cui poter realizzare i suoi progetti. Guardare le scatole dei vicini serve soltanto ad alimentare la rabbia e la frustrazione. Meglio pensare a cosa possiamo fare con ciò che è in nostro possesso e lavorare per ottenere i pezzi che desideriamo.
Quando smettiamo di guardare indietro o di lato, ci rimane soltanto andare avanti, verso il futuro. Soltanto nel momento in cui dirottiamo positivamente le energie verso ciò che desideriamo davvero, troviamo il modo e le risorse per trasformare i sogni in obiettivi concreti.
Hai un lavoro e un compagno che ti ama, insieme potrete costruire la vita che meritate. Prova a darti il tempo che serve e nel frattempo goditi ciò che hai. Con cordialità.
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