A febbraio 2020 mi hanno riscontrato un ascesso tubo ovarico (sinistro), sono stata ricoverata per 10 giorni con terapia antibiotica in vena, dopo i 10 giorni altri 7 giorni a casa sempre con terapia antibiotica. Nel dimettermi mi hanno detto che l’ascesso non si era riassorbito quindi dovevo essere operata (asportazione tuba).
Mi hanno fissato l’intervento per il 6 marzo,che però per la Covid-19 è stato rimandato.
Ogni mese nel periodo ovulatorio ho dolor: per la mia ginecologa sono dolori che avendo questo ascesso sono normali.
Vorrei sapere quanto tempo una persona può aspettare per l’intervento?
Elisa Valmori
Salve cara signora, la sua domanda è di difficile risposta in quanto potrebbe significare sia per quanto tempo può attendere lei l’intervento, sia quanto tempo manchi perché lei venga operata. In questi tempi di coronavirus stiamo navigando a vista e anche gli interventi chirurgici sono penalizzati e rinviati nel tempo…c’è la coda davanti al supermercato ma anche davanti alla sala operatoria!
Immagino che gli operatori sanitari nei vari ospedali d’Italia stiano eseguendo solo interventi urgenti e indifferibili (ad esempio, appendicite acuta).
Nel suo caso, in assenza di febbre o dolori pelvici ingravescenti, la condotta di attesa forzata potrebbe (speriamo!) portare ad un riassorbimento completo dell’ascesso tubo-ovarico…rendendo quindi superfluo l’intervento stesso.
Chiaramente, prima di sottoporsi ad intervento, lei verrà ricontrollata con ecografia pelvica, così da intervenire solo se veramente necessario.
Nel frattempo, le direi di tenere monitorati eventuali sintomi d’allarme quali febbre elevata (almeno 38° di temperatura), dolori pelvici importanti, perdite vaginali maleodoranti.
In presenza di questi sintomi, essendo lei nota per ascesso tubo-ovarico, avrebbe senso una valutazione in pronto soccorso per chiarire se necessiti nuovamente di terapia antibiotica di copertura o, al limite, di un intervento in regime di urgenza.
Capisco che le due prospettive siano di segno opposto e quindi temo di lasciarla nuovamente nel dubbio e nell’incertezza.
Le direi per concludere, di aiutarsi a stare bene curando l’alimentazione, l’idratazione, il riposo notturno, un giusto tempo di attività fisica quotidiana (anche in casa propria si può praticare la ginnastica a tutti gli effetti!) e anche qualche attività creativa a piacere (c’è davvero l’imbarazzo della scelta!)…vedrà che, come si suol dire, non tutto il male vien per nuocere.
Cordialmente.
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