Anomalia della vescica riscontrata con l’ecografia

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 01/06/2021 Aggiornato il 01/06/2021

A volte un'anomalia della vescica riscontrata nel feto può risolversi spontaneamente, altre ancora si può correggere durante la vita intrauterina.

Una domanda di: Oscar
Buongiorno dottoressa, mi rivolgo a lei in quanto siamo alle porte della
14esima settimana di gravidanza e purtroppo al nostro piccolo hanno riscontrato
una lieve pielectasia con vescica di 11 mm, siamo un po’ preoccupati essendo
il nostro primo bimbo e abbiamo 25 anni io e mia moglie 22, non avendo mai
sentito parlare di questa problematica abbiamo cercato su Internet dove ci sono diverse
opinioni, ma se è possibile volevo chiedere anche un parere a lei vista la
sua disponibilità e gentilezza. Ora ci è stato detto di attendere per vedere
se trascorse queste 3 settimane il problema va a posto o meno.
Le allego il referto e l’eco del piccolo. Ringrazio in anticipo per il suo tempo. Cordiali saluti.
Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve caro papà, mi perdoni se l’ho fatta attendere tanto per la risposta…immagino nel frattempo sia stata effettuata la villocentesi e mi auguro che la gravidanza di sua moglie stia procedendo per il meglio in attesa del cariotipo fetale.
La diagnosi di una malformazione fetale ci pone diversi problemi su più fronti: da una parte, l’evoluzione nel tempo (alcune nel tempo si risolvono, altre si accentuano a meno che si intervenga dall’esterno) e, dall’altra, la possibilità che vi siano più malformazioni compresenti (a volte inquadrabili in una sindrome).
In ogni caso, una volta riscontrata questa anomalia di sviluppo del bambino, la cosa più importante da fare è di sicuro programmare delle ecografie successive in un buon centro di Diagnosi Prenatale.
E’ in questa sede che si può monitorare l’evoluzione dell’anomalia riscontrata e proporre gli eventuali interventi di correzione, sia prima che dopo la nascita (magari coinvolgendo altri specialisti nei colloqui, come ad esempio urologi pediatrici nel suo caso).
Nel caso della megavescica, è possibile che alla base del difetto ci sia un restringimento dell’uretra (il condotto che fa defluire l’urina dalla vescica all’esterno, ossia la cavità amniotica nel feto) oppure delle vere e proprie “valvole” sempre a livello dell’uretra che ostacolano lo svuotamento vescicale.
Se non si interviene, è possibile che questa sovradistensione della vescica si ripercuota a monte sul tratto degli ureteri e persino sui reni, andando a comprometterne il corretto sviluppo.
Invece, esistono dei casi di megavescica che sono stati trattati in utero inserendo una specie di cateterino nell’uretra in modo da permettere lo svuotamento vescicale.
In questi casi (ancora piuttosto limitati di numero per la verità, ma promettenti dal punto di vista dei risultati a lungo termine) il posizionamento del cateterino a livello uretrale ha non solo impedito che si verificasse un danno a carico dei reni, ma anche che si instaurasse una condizione di carenza di liquido amniotico, detta oligoidramnios, che a sua volta potrebbe ostacolare il corretto sviluppo dei polmoni fetali, con gravi rischi in termini di sopravvivenza dopo la nascita.
Credo utile segnalarvi l’esistenza di questa associazione che si occupa proprio di bambini con questo tipo di patologia. A volte l’esperienza personale insegna più di tanti manuali…

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