Angioma al fegato in gravidanza

Professoressa Anna Maria Marconi A cura di Anna Maria Marconi - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 04/05/2020 Aggiornato il 04/05/2020

E' opportuno che nel corso della gravidanza un eventuale angioma al fegato sia tenuto sotto controllo.

Una domanda di: Valentina
L’anno scorso ad aprile, in seguito ad ecografia addome completo, ho scoperto casualmente di avere un angioma al fegato di circa mezzo centimetro (probabilmente venuto fuori dopo la mia prima gravidanza avuta due anni e mezzo fa, in quanto in un’eco addome precedentemente effettuata non era emerso nulla). Il medico ecografista mi ha detto semplicemente di tenerlo controllato annualmente. Ora è passato un anno ma il problema è che sono incinta di 30 settimane e quindi inizialmente pensavo di rimandare a dopo il parto questa eco. In questi giorni però ho letto che gli angiomi al fegato in gravidanza possono crescere molto a causa degli estrogeni e quindi a questo punto mi chiedo se a maggior ragione sarebbe meglio fare un’eco subito senza rimandare. Le mie domande sono essenzialmente: l’eco addome completo in gravidanza è davvero sicuro? L’utero essendo molto grande potrebbe rendere difficile visualizzare il fegato e l’ angioma? L’angioma può dare problemi in gravidanza o al momento del parto, naturale o cesareo che sia? Ho letto che in rari casi potrebbe scoppiare e provocare emorragia e morte. Grazie.
Anna Maria Marconi
Anna Maria Marconi

Gentile signora, non si sa molto su quale sia l’evoluzione degli angiomi epatici in gravidanza, ma sembrerebbero meno pericolosi degli adenomi, che sono l’altro tipo di neoformazione benigna che può interessare il fegato e che effettivamente possono rompersi con conseguenze anche catastrofiche. Il mio consiglio quindi è che lei si rivolga ad un centro dove, oltre agli specialisti ginecologi ci siano anche specialisti epatologi che possano seguirla fino al parto. Certamente l’ecografia epatica e ogni altra indagine richiesta possono essere fatte in gravidanza per confermare la diagnosi, valutare le dimensioni attuali della massa e seguirne l’eventuale evoluzione fino al termine di gravidanza. Con cordialità.

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