Io ho letto la sua risposta ad un utente che aveva la mia problematica con un bimbo di 19 mesi che prendeva solo latte…
Ecco io sono nella stessa barca, con la differenza che non prende nemmeno il biberon, mai preso, né ciuccio né niente e se ha mai mangiato qualcosa solo distratto da 100 cose e per ultimissima e non frequente telefono o TV. A volte non ho avuto la necessità di dargli il latte dopo il pasto, o dopo poco, altre, tipo adesso che invece si rifiuta completamente di mangiare piangendo come un disperato finché non gli do il latte. E non serve se non a sgolarlo o rischiare che si faccia male buttandosi a terra perché non cede.
Io ho parlato con suoi colleghi, del Meyer , specialisti in svezzamento, con chiunque. Ho tentato ogni cosa, e lo sto tuttora facendo…ovviamente includendolo con noi nel pasto ecc ecc… ma la situazione è impossibile. Snervante. Sono esaurita, senza sminuire la cosa. Sono responsabile di aver introdotto i cibi solidi tardivamente e con lentezza, anche a causa dell’eruzione dei denti a 1 anno, 4 incisivi, che tuttora ha sempre e solo quelli. Io ho paura per la sua salute oltre al fatto che ci sia proprio un problema serio nel rapporto col cibo, col momento del pasto (che già da inizio svezzamento non accetta con facilità)… la cosa si presenta sempre e con chiunque… mi dica per favore se esiste qualcuno che possa aiutarmi davvero, e se ci fosse un modo per resettare la cosa e ripartire da capo col piede giusto. Mi creda, sono disperata. Infine le dico anche che come bere di acqua ne prende pochissima, presumo perché si idrata col latte. Il bambino è vispo, capisce tutto, gli animali, il camminare ogni cosa, quindi presumo che quando gli dico anche pappa, mangia amore che devi crescere ecc… lui capisca, ma lo rifiuta drasticamente… è un incubo ogni pasto. Aspetto con ansia sua risposta, grazie.
Leo Venturelli
Cara signora,
comprendo perfettamente il suo sentire e come sia critico per lei il momento dei pasti. Provi a mettere davanti al bambino un piatto con del cibo a pezzetti e a lasciare che lo prenda da solo, con le sue manine, che lo tocchi per conoscerne la consistenza e che anche eventualmente lo annusi per sentirne l’odore, anche senza necessariamente metterlo in bocca. Lo faccia nei momenti giusti, cioè quando anche voi mangiate. Deve sentirsi anche lui coinvolto nell’ora di pranzo, avere la sensazione che sia questo un intervallo piacevole nella giornata. Verifichi sempre lo stato generale di buona reattività e di buon umore del piccolo oltre che lo stato di crescita. Lo allatti a richiesta, ma non quando si è a tavola tutti insieme: in questa circostanza il messaggio da trasmettere è che si mangia dal piatto, si mangia del cibo buono come tutto il resto della famiglia. Il tutto sempre che lei accetti di mantenere l’allattamento. Se lei non c’è la fa più per stanchezza, esaurimento, e non per rifiuto dei cibi solidi del bambino, può allora, ripeto se è lei a essere in crisi, può valutare la sospensione definitiva del suo latte. Prima di questa scelta valuti cosa succede davanti al cibo in un contesto in cui lei è assente. Se il bambino mangiucchia qualcosa anche solo come assaggio con estranei fidati, come nonni o zii o amici, sappia che il problema può essere riferito ad una condizione di interdipendenza tra lei e il suo bambino: in questi casi un supporto psicologico del consultorio potrebbe servire. Cordialmente.
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