Istmocele: si può affrontare una terza gravidanza?

Dottoressa Elisa Valmori A cura di Elisa Valmori - Dottoressa specialista in Ginecologia Pubblicato il 18/06/2024 Aggiornato il 19/06/2024

In presenza di un istmocele (importante alterazione della parete uterina interna) un'eventuale terza gravidanza (e relativo terzo cesareo) esporrebbe a vari rischi che vanno presi in considerazione prima di decidere se affrontarla o no.

Una domanda di: Deborah
Io e mio marito vorremmo tanto una terza gravidanza. Entrambi i miei parti sono stati cesarei (il primo d’urgenza, il secondo
programmato), il primo parto mi ha lasciato un istmocele che ho deciso di correggere prima di affrontare la mia seconda gravidanza. Con l’idea di
volere un terzo figlio sono andata alla visita della mia ginecologa e mi è stato detto che il mio utero presenta un miometrio residuo di 1,6 mm e l’istmocele
che avevo operato è ancora lì (4 mm!). Mi ha caldamente sconsigliato di avere altre gravidanze: anche secondo lei dovrei abbandonare il mio sogno o
dovrei chiedere altri pareri? Grazie.

Elisa Valmori
Elisa Valmori

Salve cara signora,
sento una grande responsabilità nel risponderle e ho atteso del tempo anche per meditare meglio le parole giuste.
Lei al momento ha una situazione che certamente controindica una gravidanza (1,6 millimetri di miometrio residuo è un velo sottilissimo!!) e credo che come minimo sarebbe indicata nuovamente una isteroscopia per tentare di correggere l’istmocele che si è purtroppo riformato.
Trascorsi alcuni mesi dalla correzione dell’istmocele, sarebbe utile sottoporsi nuovamente all’ecografia e valutare lo spessore del tessuto uterino in corrispondenza della cicatrice del cesareo.
Non credo esista un livello soglia per cercare o meno una nuova gravidanza.
Certo è che con un tessuto molto sottile, per lei sarebbe indicata la maternità a rischio e ci vorrebbe qualcuno che le potesse dare una mano sia con i figli che con i vari mestieri di casa (lei si dovrà accontentare del rammendo, per intenderci!).
Infine, mi sembra doveroso informarla che anche con tutte queste precauzioni, potrebbe accaderle di perdere l’utero in occasione del suo terzo cesareo (o per controllare un’emorragia oppure per colpa di una placenta che è andata a intrufolarsi proprio nel tessuto cicatriziale e che quindi non può essere rimossa senza togliere l’utero stesso)
Credo che solo tenendo conto di tutti questi fattori lei possa essere in grado di fare una scelta consapevole insieme a suo marito.
Se decideste di rinunciare, mi permetto di avanzare l’ipotesi dell’affido o dell’adozione di un terzo figlio segnalandole questa associazione di cui fanno parte alcune famiglie amiche:

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