Ho un bambino di due anni che ha spesso infezioni delle vie urinarie. L’urologo pediatra vuole sottoporlo a risonanza magnetica ma io sono molto spaventata: non sarà nocivo per lui? Ed è così necessario effettuarla? Non ci sono alternative? Vi prego aiutatemi a capire.
Risponde il Professor Gianpaolo Carrafiello, Professore Ordinario di Diagnostica per Immagini, Radioterapia e Neuroradiologia, dell’Università degli Studi di Milano e Direttore dell’U.O.C di Radiologia Diagnostica ed Interventistica dell’ASST Santi Paolo e Carlo, presidio San Paolo:
“Gentilissima Signora.
Oggi la metodica di imaging più comunemente utilizzata per lo studio della patologia urologica pediatrica è certamente l’ecografia, accessibile e non invasiva, mentre metodiche radiologiche come la cistografia minzionale e la scintigrafia si effettuano rispettivamente per lo studio del reflusso vescico-ureterale e per la valutazione della funzionalità renale.
Tuttavia, i limiti principali dell’ecografia sono costituiti dall’essere operatore-dipendente, da una scarsa risoluzione di contrasto e panoramicità, mentre la scintigrafia presenta risoluzione spaziale molto ridotta e utilizza radiazioni ionizzanti così come la cistografia minzionale.
La risonanza magnetica delle vie urinarie (uro-RM) è sempre più utilizzata come tecnica per lo studio della patologia urologica pediatrica in quanto, con un singolo esame, garantisce panoramicità e informazioni di tipo funzionale grazie all’uso di un farmaco chiamato “mezzo di contrasto” non tossico per il piccolo paziente, e non impiega di radiazioni ionizzanti.”
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