Ho una domanda che mi preme molto, ma nessuno ha saputo rispondermi. Al parco dove porto a giocare mia figlia c’è il papà di un bimbo di 5 anni, vivacissimo, che spesso perde la pazienza e usa le mani. Sono sempre tentata di intervenire, soprattutto quando gli colpisce la faccia con una certa forza (non da lasciargli il segno però si sente il rumore dello schiaffo). Mi chiedo: posso farlo? E in generale è vero che uno scapaccione non fa male anzi è educativo?
Risponde il dottor Antonio Marziale, sociologo, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria:
“Alzare le mani contro un bambino non è certamente “educativo”. È ora di finirla con un giustificazionismo valido soltanto a coprire l’incapacità degli adulti a gestire un momento naturalmente critico dei piccolini. Mi rifaccio ad un’esperienza personale: mia madre ogni tanto mi assestava qualche scappellotto o sculacciata, mio padre mi afferrava con delicatezza dal braccio, mi guardava fisso negli occhi, dosava la voce e mi faceva ragionare. Io rispondevo cercando di saper dalla parte della ragione, ma alla fine un abbraccio risolveva la diatriba. Stavo, poi, attento a non ripetere quel gesto. A mia madre rispondevo con il rifare cento volte la cose che le dava fastidio. Oggi non ci sono più e li rimpiango entrambi.
Cosa si pretende da un bambino? Che non giochi? Che non sperimenti la sua vivacità, il suo “argento vivo”? Si, i bambini talvolta danno fastidio, magari in spiaggia andiamo per leggere il giornale sdraiati sotto l’ombrellone e il bambino ci obbliga a rincorrerlo, a rimanere vigili perché non finisca in qualche situazione di pericolo. Ebbene, Cristiano Ronaldo non è più importante della voglia di vivere di un bambino. Hai voluto un figlio? Lo devi gestire, punto e basta, e lo devi fare con rispetto.
Immaginiamo di incorrere in qualche disobbedienza noi adulti, e lo facciamo giornalmente. Come la prenderemmo se qualcuno ci desse una sberla o una sculacciata per richiamarci all’obbedienza? E’ la stessa cosa.
Il guaio è che abbiamo dimenticato il nostro essere stati bambini. Abbiamo rimosso le nostre marachelle e le botte prese ingiustamente, l’intimo dolore che ne consegue. Già… come se fossimo nati ‘imparati’. Cosa fare se assistiamo ad un reiterato atteggiamento violento di un genitore nei confronti del proprio figlio? Interveniamo, aiutiamo il bambino: farlo è un dovere civico!”
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