Gentile dottor Longo
mio figlio è stato punto da un’ape alla base del collo. Non ha avuto particolari reazioni, ma poiché nella nostra famiglia c’è stato un caso di grave allergia alla puntura dell’ape (mia madre dopo essere stata punta ha avuto l’edema della glottide e altri sintomi pesantissimi) le chiedo se c’è un modo per scoprire se il mio bambino è allergico e quindi rischia, in caso di una seconda puntura lo shock anafilattico. Una mia amica mi ha detto che ci sono esami del sangue per scoprirlo. E’ vero? Se sì quali sono? Possono essere fatti anche se è trascorso più di un mese dalla puntura? Un’ultima domanda, conviene tenere a portata di mano il kit dell’adrenalina se non ci fossero esami per capire se il bambino è allergico? La ringrazio tantissimo.
Cara signora, non deve far niente e non deve temere niente. Consideri che la mortalità per anafilassi da puntura di imenotteri nel bambino è quasi zero mentre è più alto nell’adulto e anziano. Ma anche in questi si stima che la mortalità anno sia di un caso ogni 30 milioni di persone (sic!). Il test sul sangue del quale parlava la sua amica e’ il dosaggio delle IgE specifiche verso il veleno di ape e vespa che identifica i soggetti sensibilizzati. Ma è un esame che è fortemente sconsigliato perché trova positivi dal 10 al 40 percento delle persone. Quindi un test che a fronte di un rischio di anafilassi bassissimo metterebbe inutilmente in crisi circa una persona su 3, suggerendole di cominciare a temere un’eventualità di fatto remotissima. Da non fare!!!! In sintesi stia tranquilla, non ci pensi più anche perché il rischio di morire per una puntura di vespa (l’ape sensibilizza quasi solo gli apicultori) e più basso di ogni rischio del vivere quotidiano. Per dirla in una battuta il rischio di attraversare la strada andando dal medico per ricevere la prescrizione dell’adrenalina supera di migliaia di volte la probabilità di doverla utilizzare. In sintesi: tesi stia tranquilla, non ci pensi più anche perché il rischio di morire per una puntura di vespa (l’ape sensibilizza quasi solo gli apicultori) e più basso di ogni rischio del vivere quotidiano. Per dirla in una battuta il rischio di attraversare la strada andando dal medico per ricevere la prescrizione dell’adrenalina supera di migliaia di volte la probabilità di doverla utilizzare. Per quanto riguarda la questione della sensibilizzazione, matura con successive punture, ma spesso si esprime con reazioni già di discreta gravità senza che prima ci siano stati preavvisi di minore entità. Reazioni che non ti fanno morire e che possono consigliano di vaccinare il soggetto. Il vaccino e’ estremamente efficace e toglie dalla paura di reazioni ad eventuali successive punture. Il vaccino per veleno di imenotteri è fatto da tante iniezioni sottocutanee mantenute per almeno 3-4 anni. Non una roba da poco da fare ad ogni persona che fosse IgE positivo per intenderci, ma è da suggerire solo in casi selezionati. Con cordialità.
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