È difficile crederci, eppure gli episodi di sistematiche violenze (verbali, ma anche fisiche) ai danni di piccolissimi indifesi, come i bimbi di asili nido e scuole materne, continuano a ripetersi. E oltretutto per mano di donne.
Recenti i casi dell’educatrice cinquantottenne di un nido di Pisa, responsabile di maltrattamenti contro nove bambini tra uno e tre anni, e della maestra cinquantaduenne di una materna di Pavullo in provincia di Modena, accusata di continue vessazioni, anche molto pesanti, nei confronti di bambini dai tre ai cinque anni.
Entrambe sono state incastrate dalle telecamere e dai microfoni nascosti piazzati dai carabinieri, che stanno indagando dopo le segnalazioni di alcuni genitori preoccupati per il comportamento “strano” dei loro bambini, a tal punto intimoriti da non voler più andare a scuola. Entrambe sono state messe agli arresti domiciliari in attesa di giudizio.
E purtroppo non si tratta certo di comportamenti isolati, ma semplicemente di casi smascherati, finiti sotto i riflettori della cronaca grazie ai sospetti dei genitori di fronte al disagio e alla paura dei propri piccoli.
Ma che cosa si può fare per evitare che si verifichino altri casi come questo? Una cosa si potrebbe fare e la invocano tanti genitori: prevenire il problema, anziché correre ai ripari quando il danno è ormai stato fatto da tempo.
Ci ha pensato, per esempio, un papà, Giuseppe Spedicato, che ha lanciato una petizione su Change.org per rendere obbligatorie le telecamere negli asili nido e nelle materne, raccogliendo già oltre 11mila firme.
“Diciamo sì alle telecamere obbligatorie negli asili e nelle scuole materne. Muoviamoci tutti insieme per ottenere questo grande risultato.
Dopo l’ennesimo episodio avvenuto in un asilo in provincia di Modena, chiediamo che questa vergogna si fermi nel rispetto e nella tutela dei minori, dei più piccoli e degli indifesi.
Gli asili e le materne devono aiutare i nostri figli a crescere divertendosi, nella spensieratezza e nella gioia che solo l’infanzia e la tenera età possono dare.
Un sistema di video sorveglianza (fruibile in remoto dai genitori tramite app e dalle forze dell’ordine) può e deve inibire queste maestre violente con l’obiettivo, comune, di riportare serenità negli ambienti pubblici e privati dove i nostri piccoli passano gran parte della loro giornata”.
E ci hanno pensato 5 mamme (Cristina, Giuseppina, Ilaria, Ilenia e Ottavia) creando il gruppo Facebook “sialletelecamere”, che in pochi giorni ha superato le 42mila iscrizioni e che si appoggia alla petizione di Giuseppe Spedicato. “Chiediamo più sicurezza nei luogi frequentati da bambini, malati o anziani” scrivono nella mail inviata alla redazione di Bimbisaniebelli. “il nostro obiettivo è di alzare un bel polverone, nella speranza che vada a finire negli occhi di qualche politico… perché più di 50mila persone hanno il diritto di essere ascoltate.
Ci chiediamo come mai, nonostante il tema sia tanto d’attualità e riguardi tutti, nessuno si interessi a tutte queste persone che chiedono solo umanità e protezione. Aiutateci e dateci voce, vogliamo proteggere i nostri cari!”.