UniCamillus lancia il primo protocollo per i neonati con bronchiolite in terapia intensiva

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 09/02/2024 Aggiornato il 12/02/2024

Neonati in terapia intensiva per la bronchiolite: UniCamillus coordina uno studio per il primo protocollo al mondo sulla gestione dei casi gravi.

UniCamillus lancia il primo protocollo per i neonati con bronchiolite in terapia intensiva

Lo studio, pubblicato su The Lancet eClinicalMedicine, settimanale scientifico di medicina generale, e promosso dall’Università Paris Saclay, ha l’obiettivo di evitare il collasso dei reparti neonatali di terapia intensiva, nonché di difendere i bambini più fragili da un’infezione che può diventare letale. Anche la UniCamillus, Università Medica Internazionale di Roma, attraverso la professoressa di Igiene Maria Rosaria Gualano, ha dato il suo essenziale contributo alla realizzazione del primo protocollo al mondo per la gestione dei neonati colpiti da bronchiolite e ricoverati nei reparti pediatrici e neonatali di terapia intensiva (UTI). 

La bronchiolite è un’infezione che colpisce l’apparato respiratorio e aggredisce soprattutto i bambini più piccoli e i neonati. Nei casi più seri può essere letale, in quanto può arrivare a causare un’insufficienza respiratoria molto critica, con appunto la necessità di un ricovero in terapia intensiva. E’ provocata in particolare dall’RSV (Virus Respiratorio Sinciziale), un virus estremamente contagioso che si diffonde tra i più piccoli soprattuto negli asili nido, dove, anche a causa del freddo, si ritrovano tutto il giorno in ambienti chiusi, a stretto contatto tra loro.

Considerata la gravità delle possibili conseguenze della bronchiolite e dato che fino a oggi i protocolli per la gestione della malattia si basavano solo su studi effettuati su bambini ricoverati in pediatria generale (ma non in terapia intensiva), il lavoro del professore di Neonatologia dell’Università Paris Saclay, Daniele De Luca, e del gruppo di ricercatori di varie università francesi e italiane, tra cui la Professoressa Maria Rosaria Gualano, è stato di vitale importanza. 

Professoressa Maria Rosaria Gualano, foto courtesy of UniCamillus ufficio stampa

Professoressa Maria Rosaria Gualano, foto courtesy of UniCamillus ufficio stampa

Lo studio rappresenta un punto di svolta nel controllo dei casi più gravi di bronchiolite. Seguendo le linee guida di questo nuovo protocollo gli ospedali avranno a disposizione un maggior numero di posti letto e risorse, in modo da prevenire il sovraffollamento degli UTI. I bambini riceveranno così le attenzioni e le cure più adeguate in un ambiente idoneo, non oberato dal sovraccarico di lavoro. 

Gli obiettivi delle linee guida del nuovo protocollo sono:

  • addestrare il personale degli ospedali a riconoscere i casi più seri da indirizzare nei reparti d’emergenza;
  • individuare i criteri utili per definire il livello di gravità del paziente pediatrico;
  • assicurare all’assistito diverse e appropriate modalità di nutrizione, idratazione, supplementazione, terapia farmacologica, e cercare di non intubare i piccoli, prediligendo e implementando modalità di assistenza respiratoria non-invasiva avanzata, detta ventilazione neurale (NAVA);
  • controllare la diffusione del virus mediante adeguati dispositivi di protezione individuale e forme di isolamento di sicurezza.

Questo protocollo era atteso dalla comunità scientifica da molto tempo, data l’urgenza di mettere a punto una strategia per affrontare una situazione molto complessa e delicata, data la diffusione della bronchiolite non solo in Italia, ma anche in Europa e nel Nord America. “Il protocollo proposto dal nostro studio diventa cruciale per la gestione dei piccoli pazienti che presentano fragilità e diventano casi più severi e complessi da gestire” dice la Professoressa Gualano “Coniugando la ricerca basata sui migliori studi di riferimento con i dati della nostra realtà quotidiana, siamo stati in grado di raggiungere questo importante traguardo, per cui ci aspettiamo ottimi risultati dalle applicazioni in tutti i contesti di questo tipo, sia dal punto di vista del miglioramento degli outcome clinici, sia da quello economico, visto il buon livello di costo-efficacia di questo approccio”.

 
 
 

In breve

Grazie al lavoro dei professori dell’Università Paris Saclay e della UniCamillus di Roma, è stato messo a punto un protocollo adeguato che ha l’obiettivo di evitare il collasso dei reparti pediatrici e neonatali di terapia intensiva in caso di epidemia di bronchiolite.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Bimba di 4 anni che respinge la mamma e vuole solo il papà

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

In 5^ settimana la camera gestazionale è vicina alla cicatrice del precedente cesareo

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La posizione della camera gestazionale in prossimità della cicatrice nei primissimi tempi della gravidanza è inevitabile perché l'utero è ancora di piccole dimensioni.   »

Fai la tua domanda agli specialisti