Lo studio, pubblicato su The Lancet eClinicalMedicine, settimanale scientifico di medicina generale, e promosso dall’Università Paris Saclay, ha l’obiettivo di evitare il collasso dei reparti neonatali di terapia intensiva, nonché di difendere i bambini più fragili da un’infezione che può diventare letale. Anche la UniCamillus, Università Medica Internazionale di Roma, attraverso la professoressa di Igiene Maria Rosaria Gualano, ha dato il suo essenziale contributo alla realizzazione del primo protocollo al mondo per la gestione dei neonati colpiti da bronchiolite e ricoverati nei reparti pediatrici e neonatali di terapia intensiva (UTI).
La bronchiolite è un’infezione che colpisce l’apparato respiratorio e aggredisce soprattutto i bambini più piccoli e i neonati. Nei casi più seri può essere letale, in quanto può arrivare a causare un’insufficienza respiratoria molto critica, con appunto la necessità di un ricovero in terapia intensiva. E’ provocata in particolare dall’RSV (Virus Respiratorio Sinciziale), un virus estremamente contagioso che si diffonde tra i più piccoli soprattuto negli asili nido, dove, anche a causa del freddo, si ritrovano tutto il giorno in ambienti chiusi, a stretto contatto tra loro.
Considerata la gravità delle possibili conseguenze della bronchiolite e dato che fino a oggi i protocolli per la gestione della malattia si basavano solo su studi effettuati su bambini ricoverati in pediatria generale (ma non in terapia intensiva), il lavoro del professore di Neonatologia dell’Università Paris Saclay, Daniele De Luca, e del gruppo di ricercatori di varie università francesi e italiane, tra cui la Professoressa Maria Rosaria Gualano, è stato di vitale importanza.
Lo studio rappresenta un punto di svolta nel controllo dei casi più gravi di bronchiolite. Seguendo le linee guida di questo nuovo protocollo gli ospedali avranno a disposizione un maggior numero di posti letto e risorse, in modo da prevenire il sovraffollamento degli UTI. I bambini riceveranno così le attenzioni e le cure più adeguate in un ambiente idoneo, non oberato dal sovraccarico di lavoro.
Gli obiettivi delle linee guida del nuovo protocollo sono:
- addestrare il personale degli ospedali a riconoscere i casi più seri da indirizzare nei reparti d’emergenza;
- individuare i criteri utili per definire il livello di gravità del paziente pediatrico;
- assicurare all’assistito diverse e appropriate modalità di nutrizione, idratazione, supplementazione, terapia farmacologica, e cercare di non intubare i piccoli, prediligendo e implementando modalità di assistenza respiratoria non-invasiva avanzata, detta ventilazione neurale (NAVA);
- controllare la diffusione del virus mediante adeguati dispositivi di protezione individuale e forme di isolamento di sicurezza.
Questo protocollo era atteso dalla comunità scientifica da molto tempo, data l’urgenza di mettere a punto una strategia per affrontare una situazione molto complessa e delicata, data la diffusione della
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