Post Covid-19 nei bambini e negli adolescenti: che cosa si sa? Intervista a Gianfranco Trapani

Patrizia Masini A cura di Patrizia Masini Pubblicato il 14/10/2021 Aggiornato il 14/10/2021

Il post Covid-19 è ciò che lascia in eredità il nuovo Coronavirus una volta che l’infezione è stata vinta, con disturbi che vanno dalla stanchezza alla fatica respiratoria. I bambini sembrano esserne immuni, almeno per lo sviluppo fisico, ma si ritrovano a dover combattere un altro disturbo, quello relazionale. Ne parla il pediatra Gianfranco Trapani, che sta partecipando a una ricerca nazionale su questi temi

Post Covid-19 nei bambini e negli adolescenti: che cosa si sa? Intervista a Gianfranco Trapani

Post covid è un termine diventato comune per indicare tutti quei disturbi che si protraggono ben oltre il periodo dell’infezione, come malessere, stanchezza e talvolta difficoltà respiratorie. Inevitabile chiedersi se lo stesso accada anche ai bambini che ne sono stati colpiti. Gli studi sono ancora in corso ma noi di Bimbisani e belli siamo riusciti a parlare con un pediatra che sta partecipando a una di queste ricerche proprio nel nostro Paese.

Si tratta del dottor Gianfranco Trapani, pediatra a Sanremo e ricercatore scientifico.

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Ci può anticipare i risultati di queste ricerche? Si sa già che cosa succeda a un bambino o adolescente dopo che ha avuto il Covid 19? 

Che cosa succede è ancora difficile da rispondere perché ancora non è ben chiaro. Al di la dell’esperienza del singolo medico, non si sa ancora quale siano le conseguenze del Covid nel bambino. Ci sono studi che hanno analizzato che cosa è il post Covid negli adulti, quindi quali sono i sintomi che sono rimasti nell’adulto dopo l’infezione. Si sa per esempio che chi è stato intubato o ha avuto la maschera d’ossigeno fa fatica a riprendere la vita quotidiana, si sente molto stanco, ha a volte difficoltà di respiro e si ammala più frequentemente. Per ora si è visto che i bambini, grazie alla struttura del loro sistema immunitario, che abbiano fatto il Covid sia asintomatico sia sintomatico, non hanno problemi fisici nel post Covid. Queste però sono impressioni ancora singole e personali e infatti lo stiamo studiando scientificamente, in collaborazione con 3 università italiane (Torino, Verona e Cagliari), con il centro Alfred Nobel di Sanremo e pediatri del Piemonte, Liguria, Lombardia, Sardegna, Puglia, Lazio e Calabria. Per ora, ciò che sembra emergere è il problema relazionale dei bambini dagli 11 ai 14 anni. Questi ragazzi hanno subito sia il trauma della famiglia, ovvero essere chiusi in casa e purtroppo c’è chi appartiene a contesti disagiati, dove ha dovuto assistere con continuità a episodi di violenza, ma anche l’uso dei media, che ha portato questi ragazzi ad avere problemi di crisi adolescenziali ancora più forti.

In conclusione, dal punto di vista della salute non si sono registrate grosse conseguenze dopo il Covid, da quello psicologico per i più piccoli c’è un disagio relazionale che si inizia già ad intuire, mentre per gli adolescenti il disagio è molto più evidente e bisognerà creare una forza di intervento per loro.

Questa difficoltà non ce l’hanno tutti i bambini e ragazzi in conseguenza della pandemia?

È vero, questo disturbo relazionale è molto diffuso a causa del lockdown e delle restrizioni legate alla pandemia ma sembra, e lo si sta studiando, che chi ha avuto il Covid abbia un comportamento più fragile di chi non ne ha sofferto. Aver avuto il Covid rende più vulnerabile, anche da un punto di vista psicologico. Il Covid 19 è una malattia grave e invalidante ma nei bambini lascia un danno susseguente non da poco per lo sviluppo mentale, mentre per quello fisico, sembra ma lo stiamo analizzando e ci vorranno anni, non ci siano grossi problemi.

Le ultime varianti del virus hanno colpito di più i bambini, però gli effetti rimangono sempre limitati e nel lungo periodo non ci sono problemi a livello fisico?

Non solo nel lungo, anche nel breve periodo. I rari casi segnalati di patologie infiammatorie, sindromi simil Kawasaki o Kawasaki sono arrivate per lo più in bambini che già avevano problemi fisici. Bisogna fare attenzione. Faccio un esempio, sono arrivate delle segnalazioni di diabete post covid in adolescenti, ma io nella mia pratica ho già visto diversi casi di ragazzi diventati diabetici dopo un raffreddore. Il nuovo Coronavirus fa parte della stessa famiglia di alcuni virus che possono provocare il raffreddore. Ora, tutti questi virus sono in grado di andare a ledere delle cellule che producono l’insulina. Quindi non è una peculiarità del virus che provoca il Covid 19 ma di tutti i virus del raffreddore, nuovo Coronavirus compreso.

I genitori come possono aiutare il proprio figlio se ha sofferto di Covid e ha queste difficoltà psicologiche?

Intanto usare pochi farmaci, anche per curare il Covid 19, evitando il fai da te. Poi l’intervento sul bambino deve essere complessivo, cioè deve intervenire la famiglia, il pediatra, gli insegnanti di scuola e, se servono, gruppi di psicologici specializzati su questo tipo di disturbo. Far fare al bambino una vita normale, solo un po’ più protetta, fargli riprendere a fare sport, quelli più grandi a fare volontariato in associazioni giovanili. Insomma far fare una vita normale al bambino sostenendolo.

Va spinto a uscire di casa e ad avere una vita sociale reale?

Va accompagnato, piuttosto che spinto, non dandogli la mano e portandolo fuori, ma facendogli capire che non è solo, che noi siamo sempre con lui e può contare su di noi. Attenzione io consiglio sempre ai genitori di educare i propri figli non lasciandoli liberi di fare quello che vogliono, ma dando loro delle indicazioni, senza essere pedissequi e ossessivi, ma dando loro delle indicazioni precise perché il ragazzo ha bisogno di indicazioni precise per decidere quello che vuole fare. E le indicazioni si danno in due modi, con le parole e con l’esempio. Quindi parlare bene con i ragazzi e dare un buon esempio.

La conclusione è positiva, per i bambini e gli adolescenti possiamo stare tranquilli, anche se hanno dovuto affrontare il Covid 19, sembra che a livello fisico non ci siano conseguenze. Come genitori abbiamo però un compito, dobbiamo stare loro molto molto vicini e… non farli sentire soli.

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