Che il sole faccia bene ai bambini è una certezza avallata dai pediatri: stimola la produzione di vitamina D nella pelle e la calcificazione delle ossa, attiva il sistema immunitario, aumenta il buonumore, è un toccasana per la dermatite atopica.
I bambini, però, non sanno ancora mettere in atto i naturali meccanismi di protezione dai possibili danni provocati dal sole. La loro pelle è sottile, fragile, sensibile e, soprattutto, indifesa: i loro melanociti, cioè le cellule addette alla produzione di melanina, sono ancora immaturi, e quindi incapaci di dare luogo a un’abbronzatura adeguata.
Il discorso vale ovviamente per i piccoli di tutte le età, ma è tanto più importante quanto più si scende sotto i dodici mesi di vita. Certo – si può obiettare – nessuna mamma porterebbe in spiaggia il proprio bimbo senza proteggerlo con un solare adatto. E oggi il mercato ne offre davvero di ogni tipo, formulati specificamente per l’infanzia, provvisti di filtri ultrasicuri, privi di sostanze chimiche a rischio o allergizzanti, facili da applicare, resistenti all’acqua, al sudore, al caldo, alla sabbia…
Ma spesso ci si dimentica che la protezione cosmetica non è sufficiente per i piccoli con meno di un anno di età. Non a caso i pediatri raccomandano di non esporre i bebè al sole diretto. E questo indipendentemente dall’applicazione di creme solari protettive.
Il discorso vale ovviamente per le ore più calde e pericolose, ossia dalle 12 alle 16 (ora legale), ma non solo. Spesso invece si vedono mamme e papà che, per trovare un po’ di refrigerio vicino all’acqua, passeggiano sul lungomare con i piccoli in braccio, convinti in buona fede che un po’ di sole diretto non possa che fare bene.
Non basta, invece, proteggerli con un solare, meglio lasciarli sotto l’ombrellone o, meglio ancora, portarli via dalla spiaggia nelle ore centrali della giornata. I più piccoli, infatti, soffrono molto anche il caldo perché il loro sistema termoregolatore è ancora immaturo e non permette una adeguata traspirazione.
Evitare il sole “a picco”- quello, per intenderci, più caldo e più a rischio di scottature – resta comunque un consiglio valido anche per i più grandicelli, non solo per scongiurare nell’immediato arrossamenti ed eritemi che potrebbero rovinare la vacanza, ma anche – come hanno ormai dimostrato numerosi studi scientifici – per prevenire il rischio di melanomi e altri tumori della pelle nell’età adulta.