Il ferro è importantissimo per il corretto funzionamento dell’organismo. È necessario alla salute mentale e fisica, ma anche per tenere alti i livelli di energia. Ecco perché è essenziale scongiurarne una carenza, spesso indicata da campanelli d’allarme come fatica, vertigini e fiato corto.
In generale, la carenza di ferro resta un problema tanto diffuso quanto trascurato e sotto diagnosticato. Per ovviare a queste mancanze, dal 2015, il 26 novembre ricorre la Giornata della Carenza di Ferro (Iron Deficiency Day). L’intento è quello di aumentare la consapevolezza sul ruolo vitale del ferro per l’organismo in ogni fase della nostra vita, ponendo l’accento anche sui rischi legati a una sua carenza, in particolar modo nelle donne in età fertile, durante la gravidanza e nei bambini sotto i cinque anni.
Per promuovere una corretta informazione e favorire un riconoscimento precoce dei sintomi della carenza di ferro, il sito www.takeironseriously.com/it, spiega perché sia davvero importante “prendere sul serio il ferro” per non mettere a rischio la salute. Il sito è gratuito e continuamente aggiornato, con contenuti redatti da esperti del settore. Inoltre, sempre consigliando di rivolgersi al proprio medico curante, il sito permette di compilare il descrittore dei sintomi, per farsi un’idea circa i propri valori di ferro.
Secondo le ultime stime, una donna su tre presenta bassi valori di ferro nel corso della sua vita fertile. Il problema è esteso e non va sottovalutato, specie quando si sta cercando di avere un figlio. Anche perché circa il 40% delle future mamme approccia la gravidanza senza le adeguate scorte di ferro. La questione si complica ulteriormente nel corso dei nove mesi, con fino al 90% delle donne che non assume una quantità di ferro sufficiente a supportare al meglio la crescita del feto.
Una futura mamma con carenza di ferro rischia di compromettere l’ottimale sviluppo del feto, portando anche a un abbassamento dei valori di quoziente intellettivo dei piccoli. Infatti, il ferro aiuta il bambino a crescere meglio, già prima di nascere. In primis, supportando la produzione dei globuli rossi, ma non solo. Perché una carenza di ferro può mettere a rischio lo sviluppo di organi come il cuore, i muscoli, il cervello e il sistema immunitario.
Durante gli ultimi tre mesi di gravidanza il feto accumula il ferro che sarà fondamentale dopo la nascita. Questo perché, per sopperire alla mancanza di ferro del latte materno, i bambini nati a termine sfruttano le cosiddette “riserve” per continuare a crescere normalmente fino al quarto-sesto mese. Dopo tale termine, il ferro è da integrare con l’alimentazione o il latte in polvere. I bambini prematuri difficilmente riescono a creare “scorte” adeguate. Ecco dunque che, specie se si sta allattando, è consigliato rivolgersi al medico curante per valutare un’integrazione.
Anche perché, nel primo anno di vita, per crescere i piccoli necessitano di tutta la spinta che solo il ferro sa dare. Ciò spiega il motivo per cui molti cibi per bambini, come i cereali, sono ricchi di ferro. È comunque buona norma integrare alla dieta cibi naturalmente ricchi di ferro. Uno di questi è la carne rossa che, come dimostrato da diversi studi, favorisce un maggiore sviluppo delle capacità fisiche.
Oltre al fisico, anche l’intelletto cresce meglio quando è supportato dal corretto apporto di ferro. Ecco che, l’apprendimento migliora (o peggiora) in base ai valori di ferro. Coordinazione occhio-mano, capacità relazionali, sociali ed emotive, così come il QI, necessitano della giusta quantità di ferro per svilupparsi al meglio. Perché un bambino con il giusto apporto di ferro riconosce prima il viso e la voce della mamma. E questo è il primo passo per garantirgli migliori opportunità di apprendimento, anche quando sarà il momento di andare a scuola.
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