Basta una puntura, e non è neppure necessario che si tratti di una zanzara tigre (Aedes albopictus, la stessa che trasmette anche la febbre dengue o la chikungunya), basta una comune Culex pipiens, la classica rompiscatole endemica di casa nostra.
Niente panico, però, perché – come è stato chiarito dagli esperti – nella stragrande maggioranza dei casi (80 per cento) la West Nile fever non dà alcun sintomo, semplicemente passa e va.
Nel restante 20 per cento dei casi – è vero – può manifestari in modo simile a un’influenza, con febbre, mal di testa, dolori alle ossa e ai muscoli o disturbi gastrointestinali, ma in qualche giorno (o settimana) si risolve da sola senza bisogno di cure.
Solo in casi molto rari (meno dell’1 per cento) può dare luogo a serie complicazioni (come meningite o encefalite), ma si tratta di persone con un sistema immunitario già particolarmente compromesso, a causa dell’età avanzata (80-90 anni) e di altre malattie o problematiche pregresse.
Certo, quest’ultima non è una motivazione rassicurante, ma le mamme in linea di massima possono stare tranquille: i sintomi della febbre del Nilo – ammesso che compaiano – nei bambini si manifestano in modo molto lieve, in genere con solo qualche linea di febbre.
E poi c’è un’ altra notizia positiva: la West Nile non si trasmette da uomo a uomo, per diffondersi ha bisogno delle punture di zanzara, un fastidio che è comunque possibile prevenire.
Fatte queste precisazioni, visto che una cura per questa malattia non esiste, non resta che cercare di non farsi pungere ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente. Come? Prima di tutto seguendo i consigli di Epicentro, il portale a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità. Eccoli:
– usare repellenti e indossare indumenti che coprano gambe e braccia quando si è all’aperto;
– mettere le zanzariere alle finestre;
– svuotare di frequente i vasi di fiori, i sottovasi ed eventuali altri contenitori (come i secchi) di acqua stagnante (ambiente ideale per le zanzare);
– cambiare spesso l’acqua nelle ciotole degli animali di casa;
– svuotare le piscinette dei bambini e tenerle in posizione verticale quando non vengono usate.
Ancora una piccola considerazione prima di chiudere. Visto che ci sono tante malattie infettive per le quali non esistono ancora le vaccinazioni (come nel caso della febbre del Nilo), approfittiamo di tutte quelle già a disposizione: vaccinando i nostri bambini sani proteggiamo indirettamente anche tutti i piccoli indifesi che per motivi di salute non possono ricevere le vaccinazioni.
Questo perché, se i vaccinati superano il 95 per cento, anche i non vaccinati risultano protetti. In pratica, se un virus o un batterio patogeno non trova “pane per i suoi denti”, non riesce a diffondersi e, quindi, a sopravvivere. Come è successo per il vaiolo.
Per altri consigli e chiarimenti sulla febbre del Nilo, leggi la nostra intervista al dottor Fabrizio Pregliasco, virologo e infettivologo all’università di milano.