Vaccinazioni, un toccasana sottovalutato

Silvia Huen A cura di Silvia Huen Pubblicato il 02/09/2024 Aggiornato il 03/09/2024

La ricomparsa della poliomielite nella Striscia di Gaza a causa della guerra e delle conseguenti carenze igienico-sanitarie riporta ulteriormente l'attenzione sull'importanza della prevenzione.

Si pensava che la poliomielite, incubo dei nostri nonni e bisnonni, fosse ormai quasi scomparsa dalla faccia della Terra. A parte i focolai tuttora attivi in Pakistan e Afganistan, infatti, la maggior parte del mondo (Italia ed Europa comprese) era stata dichiarata “polio free” grazie all’obbligo vaccinale in vigore da più di 50 anni. L’obiettivo infatti era, ed è ancora, quello di eradicare la malattia, come era già successo per il vaiolo.

Il ritorno della poliomielite

Invece questa speranza è stata infranta brutalmente dalla guerra nella Striscia di Gaza: la distruzione degli impianti igienici e degli scarichi e la mancanza di acqua potabile hanno provocato il ritorno del poliovirus, la cui presenza è stata accertata in un bimbo di 10 mesi, non vaccinato, colpito da paralisi flaccida acuta, il sintomo più pericoloso della malattia.

Il rischio epidemia

Ma il grosso rischio è che la malattia si diffonda rapidamente senza venire riconosciuta, dato che nella maggior parte dei casi si manifesta con sintomi aspecifici, simili a quelli di una banale influenza, e dunque sottovalutati. Contrariamente alle pessimistiche previsioni iniziali, però, le dosi di vaccino messe a disposizione dalle Nazioni Unite stanno riuscendo ad andare a destinazione, sia pure tra mille pericoli e difficoltà. Grazie a un accordo tra l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Israele per concedere pause umanitarie dalla guerra, è infatti iniziata una vaccinazione di massa che mira a immunizzare 640 mila bambini, anche se le condizioni in cui agiscono gli operatori sanitari e in cui si trovano i piccoli e le loro famiglie restano comunque difficili e pericolose. 

L’importanza della prevenzione

Il ritorno imprevedibile della polio offre in ogni caso uno spunto di riflessione sulla necessità di non mollare mai le redini della prevenzione, neanche in un Paese come il nostro che sembra aver superato da tempo il rischio di epidemie. Molti genitori diffidano delle vaccinazioni, pensano che siano pericolose o che comunque sollecitino troppo il sistema immunitario ancora immaturo dei più piccoli e contestano l’obbligatorietà imposta dal nostro Servizio sanitario nazionale.

Il rovescio della medaglia

Forse i genitori “contro” non valutano abbastanza che cosa succederebbe se ci fosse una totale libertà di scelta. All’inizio forse la situazione non cambierebbe molto perché si vivrebbe di “rendita”: la copertura vaccinale ottenuta fino a ieri servirebbe probabilmente a ridurre comunque la circolazione delle malattie. Ma poi, a mano a mano che le vaccinazioni dovessero diradarsi, gli agenti patogeni prima tenuti lontano comincerebbero di nuovo a imperversare colpendo per primi i bimbi più deboli e indifesi, e in particolare quelli che per le loro condizioni di salute non possono essere vaccinati. Ed ecco che si ritorna alla famosa immunità di gregge, alla necessità di vaccinare il più possibile di individui per proteggere non solo loro stessi, ma anche tutte le persone fragili che non possono essere vaccinate.

Riapertura delle scuole, un momento cruciale

Il problema è particolarmente attuale anche a causa della riapertura delle scuole: dopo il distacco estivo, il ritorno dei bambini a stretto contatto l’uno con l’altro facilita la trasmissione reciproca di virus e batteri alimentando lo sviluppo di malattie che le vaccinazioni possono evitare o almeno minimizzare. Tanto più che tutte le vaccinazioni disponibili per i bambini e gli adolescenti, sia obbligatorie sia raccomandate, sono offerte gratuitamente dal Servizio sanitario.

Un suggerimento ai genitori

Il consiglio per i genitori è dunque quello di cacciare ogni dubbio e lasciarsi guidare da chi ha più esperienza di noi. Sì dunque senza timori alle vaccinazioni, non solo le obbligatorie, ma anche le raccomandate come quelle contro il rotavirus (che difende dalle forme più serie di diarrea), lo pneumococco (anti polmonite), il virus influenzale, il meningococco di tipo B e di tipo ACWY (prevengono le varie forme di meningite). E non dimentichiamo i richiami, anch’essi sottovalutati, ma indispensabili per rinnovare nel tempo l’efficacia dei vaccini.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Feto con ventricolomegalia cerebrale borderline: quali indagini fare?

16/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In relazione allo spessore dei ventricoli cerebrali, il limite tra normalità e patologia non è così preciso: il valore è normale se inferiore ai 10 millimetri e poi c'è una zona grigia compresa tra 11 e 15 millimetri. Un'ecografia approfondita può bastare a chiarire il quadro.   »

Bimbo che inizia a stare in piedi da solo: vanno stimolati i primi passi?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

I primi passi non vanno stimolati, non si deve dunque tenere il bambino per le braccia spingendolo a muoverli. Utile invece dargli la possibilità di appoggio o di scalata, affinché affronti questa tappa secondo i propri tempi e le proprie capacità.   »

Contraccettivo ormonale a poche settimane dal parto e sanguinamento che non si arresta

09/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Gaetano Perrini

In genere, dopo il parto si consiglia di attendere almeno una o due mestruazioni prima di ricorrere a un metodo contraccettivo ormonale.   »

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Fai la tua domanda agli specialisti