Si sperava che con l’arrivo dell’estate, complici le vacanze e la vita all’aria aperta, l’epidemia si sarebbe progressivamente attenuata, fino a estinguersi o almeno a ridursi. È noto infatti che le malattie infettive, come appunto il morbillo, si trasmettono più facilmente da persona a persona quando ci si trova a distanza ravvicinata in ambienti chiusi e affollati, cosa che succede soprattutto in inverno. Invece no, il contagio continua, anzi peggiora. Perché?
Secondo l’Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nel solo mese di luglio in Italia si sono registrati ben 395 nuovi casi contro i 45 del 2016 e i 18 del 2015. In totale oltre 4.087 da gennaio a oggi, con 3 decessi. Per non parlare della situazione nel resto dell’Europa, dove il morbillo continua a mietere vittime soprattutto in Romania, Polonia, Germania, Francia e Svizzera, con 31 morti dall’inizio dell’anno nella sola Romania e altri due in Portogallo e Germania.
Ma non è tutto. I dati dell’Iss parlano chiaro: ben il 35% dei contagiati ha manifestato almeno una complicanza del morbillo (evenienza spesso ignorata dai più o comunque sottovalutata): dalla semplice diarrea (21,3% dei casi) alla cheratocongiuntivite (12,5%), dall’epatite (10,9%) alla polmonite (10,4%), dall’insufficienza respiratoria (8,4%) all’otite (5,9%) e ad altre problematiche, fino alle convulsioni (0,3) e all’encefalite (0,1%). L’encefalite, in particolare, è una complicanza che suscita angoscia soltanto a parlarne: è vero che si verifica solo raramente, ma se capitasse proprio a tuo figlio?…
Dai dati ufficiali risulta oltretutto che ben l’89% di chi si è ammalato non era vaccinato e il 6% aveva ricevuto una sola dose di vaccino, cioè non era ancora immunizzato. Altro dato importante: le fasce di età più colpite sono quelle da 0 a 4 anni e da 25 a 34 anni, ma sono stati contagiati anche molti adolescenti e adulti tra i 35 e i 44 anni.
Che cosa vuol dire? Che, come dicono gli esperti, non si è ancora raggiunta la cosiddetta immunità di gregge, cioè una copertura vaccinale del 95% della popolazione, tale da proteggere anche chi per ragioni di salute non può essere vaccinato.
L’invito a vaccinarsi, quindi, non riguarda solo i bambini (per i quali l’anti-morbillo fa ormai parte delle vaccinazioni obbligatorie per essere ammessi nelle scuole), ma anche gli adulti non immunizzati, vale a dire tutti coloro che non sono stati vaccinati o non hanno mai contratto la malattia. Pensiamoci.