“Ho iscritto mio figlio a un corso di inglese, e tu?”
“Non so che cosa fargli fare: avete suggerimenti da darmi?”
“Ho deciso di mandarlo a lezione di musica: è importante iniziare da piccoli…”
“Ho pensato a un laboratorio creativo, dicono che sviluppi la fantasia e la manualità…
“Io invece non sono d’accordo: i piccoli devono muoversi, correre, scatenarsi, quindi gli faccio fare calcio…”
Tra le mamme dei bimbi più grandicelli, ma anche di quelli più piccoli, è tutto un discutere di attività extrascolastiche: non si sa quale corso scegliere (e, se lo si è scelto, si ha paura di avere sbagliato), ci si interroga reciprocamente, si chiede consiglio a chi ha già fatto l’esperienza l’anno precedente. Ed è naturale preoccuparsi, vista la necessità di dover scegliere per conto del proprio bambino, ancora troppo piccolo per esprimere le sue preferenze.
L’indecisione poi è inevitabile di fronte al pullulare di proposte che il mercato è oggi in grado di offrire. Ci sono, per esempio, i corsi ludico-creativi che permettono ai bimbi di scoprire il significato dei colori e del disegno, l’importanza delle esperienze tattili e manuali, il fascino della creazione di nuovi giochi e oggetti attraverso il riciclaggio di materiali di scarto come i tappi e i barattoli. E poi i corsi d’arte, musica, teatro, incisione e stampa. E quelli, fondamentali per la vita d’oggi e di domani, di inglese. Per non parlare delle attività fisiche e sportive, come il nuoto, il calcio, la danza, la ginnastica…
Tutto può essere utile per la crescita e lo sviluppo psico-fisico-emotivo del bambino, ma come sempre c’è un limite, che ogni genitore dovrebbe rispettare per non soffocare l’esigenza di autonomia e di libertà del figlio. Qual è il limite? Se per esempio – dicono gli esperti – si è deciso di iscriverlo a nuoto e a inglese, è bene riflettere prima di mandarlo anche a lezione di musica.
A di là di una scelta piuttosto di un’altra, infatti, la cosa veramente importante è non sovraccaricare di impegni il bambino, che finirebbe per stressarsi e partecipare ai corsi di malavoglia, senza avere più momenti di svago tutti per sé (e neppure di noia, così utile per stimolare l’ingegno e l’inventiva). Il rischio è di trasformare una esperienza potenzialmente costruttiva e stimolante in un insuccesso o una sconfitta.
E’ molto importante anche non forzare il bambino, se non se la sente o non è d’accordo sulla scelta, e non anticipare la pratica di uno sport non ancora adatto alla sua età o la frequenza a un corso troppo avanzato. Ogni cosa a suo tempo.
Un ulteriore suggerimento per i genitori da parte degli esperti è poi quello di non proiettare sul piccolo la voglia di realizzare finalmente i propri sogni e desideri rimasti insoddisfatti: non è affatto detto che quello che sarebbe piaciuto fare a noi sia gradito anche a nostro figlio.
“Non so a che corso iscrivere mio figlio”
A cura di
Silvia Huen
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Per i genitori è il momento di scegliere a quali attività extrascolastiche indirizzare il proprio bambino. Inglese, musica, teatro, arte, sport, ginnastica… Le possibilità non mancano, ma l’indecisione è forte
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