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Il desiderio inesorabile di avere un figlio e, viceversa, il rifiuto totale dello stesso. La ricerca esasperata di una gravidanza e la negazione di fronte all’evidenza. Sono due comportamenti estremi che partono però dalla stessa matrice comune: l’enorme impatto che la maternità esercita sulle donne a livello psicologico, emotivo, sociale indipendentemente dalle motivazioni che ne sono all’origine.
Esigenze femminili opposte
Si tratta in pratica di due facce dello stesso problema, vissuto da punti di vista opposti: il condizionamento femminile, legato biologicamente e socialmente alla realizzazione di sé attraverso la maternità o la sua esclusione. Concetto che, espresso in altre parole, sottintende per un certo tipo di donna la necessità inderogabile di diventare madre e per un altro tipo esattamente l’opposto, cioè il rifiuto assoluto di avere un bambino.
Ma cerchiamo di capire come abbiano fatto due donne così radicalmente diverse in un caso a simulare dall’inizio alla fine una gravidanza inesistente, nell’altro caso a tenerla nascosta, senza destare mai alcun sospetto. Stiamo parlando del tentativo di rapimento di un neonato a Cosenza e della ragazza in provincia di Parma che ha camuffato due gravidanze e ucciso i neonati.
Fingere la gravidanza
Come ha fatto una signora giunta ormai al limite dell’età fertile a portare avanti una gravidanza fasulla fino al parto senza che nemmeno il marito se ne accorgesse? Certo i piccoli disagi del primo trimestre come la stanchezza, la nausea, i capogiri, i mancamenti si possono nascondere facilmente, ma poi? Non dovrebbe crescere il pancione? Certo, se la donna è di taglia forte, già dotata per natura di una cospicua prominenza addominale, il problema potrebbe anche passare inosservato. Lo stesso discorso può valere per un seno rigoglioso, predisposto geneticamente a essere credibile in quel contesto.
Ma le visite dal ginecologo? E le ecografie? E gli esami di controllo? Tutto a posto: la signora ha spiegato al marito che preferiva andarci da sola, ma omettendo di dirgli che ci andava per finta. E forse gli ha anche annunciato che aspettava un maschietto, visto che lo desiderava tanto e che aveva già comprato un corredino azzurro. Così lo pseudo futuro papà ha continuato a lavorare tranquillo e fiducioso, senza preoccuparsi… Fino al momento del parto. Neanche allora, però, ha potuto prendersi cura della moglie perché lei s’è inventata la storia di un caso di Covid nel reparto maternità che bloccava l’ingresso in clinica ad accompagnatori e visitatori.
Ultimo punto veramente debole della storia, il ritorno a casa dopo il parto: perché il bimbo in effetti con c’era… E allora? Allora ecco la scusa del neonato rimasto in osservazione per qualche giorno. Sembra che l’aspirante mamma sia riuscita perfino a mostrare al marito una lettera di dimissioni dalla clinica… Conclusione: sappiamo tutti come è andata a finire questa storia assurda, ma resta il fatto (ancora incredibile) che una signora sia riuscita per nove mesi a far credere perfino al marito di essere davvero incinta.
Nascondere la gravidanza
E veniamo al caso della ragazza del Parmense che ha portato avanti ben due gravidanze, una dietro l’altra, entrambe corredate di parto finale, senza che né i genitori (viveva insieme a loro in una villetta con giardino) né il fidanzato se ne accorgessero.
Prima di continuare, però, va precisato che questo genere di gravidanza può essere vissuta in due modi dalla diretta interessata: inconsapevolmente o consapevolmente.
1. Quando lei non si accorge di essere incinta
In questo caso si parla di gravidanza criptica. La gestante è del tutto inconsapevole, cioè non si rende conto di aspettare un figlio e può arrivare fino al parto senza accorgersene. La sua giustificazione classica è: “Non mi ero accorta di essere incinta”.
Sembra impossibile, ma a volte succede. Succede per esempio che la donna in questione non abbia sintomi o li abbia così attenuati da non darci peso.
A proposito di peso, la colpa dell’aumento classico della gravidanza e dell’arresto delle mestruazioni spesso viene data al fatto che si è bloccato il ciclo (amenorrea) e che di conseguenza si è un po’ ingrassate. Oltretutto, se la donna è già in partenza sovrappeso, spesso non fa caso a un ulteriore aumento. E non ci fanno caso neanche le persone che le stanno intorno. Spesso inoltre le piccole perdite di sangue che si verificano nei primi mesi di attesa vengono scambiate per mestruazioni leggere. E gli eventuali movimenti del feto vengono avvertiti come disturbi intestinali.
La maggior parte di queste gestanti in genere si rende conto della situazione quando arriva al quinto-sesto mese, ma in certi casi si trova improvvisamente di fronte alla realtà solo una volta arrivata al Pronto soccorso per i forti dolori al ventre che in realtà sono le doglie.
2. Quando lei è consapevole della gravidanza ma la nasconde
In questo caso si parla di gravidanza nascosta. La donna si rende perfettamente conto di essere incinta, ma rifiuta la gravidanza e la nasconde a tutti, medici compresi. Una volta arrivata alla fine, partorisce da sola in un luogo appartato, senza chiedere aiuto a nessuno, arrivando nei casi estremi a far scomparire il neonato.
Anche in questa eventualità, la donna presenta dei sintomi lievi o comunque non così evidenti da poter essere notati dagli altri. E fa di tutto per evitare che la pancia cresca troppo, per esempio mangiando poco, in modo da non prendere chili in più. Se per caso qualcuno le fa notare che è un po’ ingrassata, inventa ipotetici disturbi ormonali come un rallentamento del metabolismo dovuto a un calo dell’attività tiroidea. La situazione, insomma, risulta talmente verosimile che neppure il partner ha il sospetto della maternità imminente. Sembra incredibile, ma succede molto più spesso di quanto si creda. Anche se, per fortuna, in genere questi eventi non si trasformano in tragedia come invece riferiscono i (rari) fatti di cronaca.