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Gli esperti sostengono che quella dell’inverno 2024-2025 sarà una stagione ad alto rischio di malattie respiratorie, un tempo dette “da raffreddamento”. E i motivi non mancano: da una parte c’è l’esempio dei Paesi dell’altro emisfero (Australia, Sud Africa e Sud America) reduci da un inverno influenzale piuttosto duro per la salute dei cittadini, dall’altra parte c’è il fatto che gran parte dei bambini non hanno mai incontrato i virus dell’influenza e simili, quindi si ammaleranno facilmente favorendo così la loro circolazione tra la gente e il conseguente propagarsi del contagio. Come noto, oltretutto, i virus continuano a evolversi e a cambiare, cogliendoci ogni volta di sorpresa e lasciandoci nell’incertezza di come si svilupperà l’infezione.
Le malattie respiratorie in agguato
I classici virus influenzali non sono ancora arrivati. Colpiranno come sempre alla fine dell’autunno con un picco tra dicembre e febbraio: i più diffusi sembra saranno quelli denominati A/H1N1 e A/H3N2. Si stanno però già facendo sentire alcuni tra i numerosissimi “cugini” del virus (ben 262, come ha affermato il dottor Fabrizio Pregliasco, famoso virologo, direttore della Scuola di Igiene e Medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano).
Per esempio, i virus parainfluenzali, come i rhinovirus (del raffreddore), gli adenovirus, gli enterovirus o i coronavirus parenti del Covid. Per non parlare del coronavirus per eccellenza, il Sars-Cov-2 (agente del Covid), che sembra manifestarsi soprattutto nella nuova variante Xec. Ma non è ancora finita. Fanno parte del mix di malattie respiratorie in arrivo anche il virus respiratorio sinciziale (RSV) e un suo parente stretto, il metapneumovirus, pericolosi per i bambini sotto i 2 anni di età e, in particolare, per i neonati e i lattanti con meno di 6 mesi di vita.
A rischio i piccolissimi
Per la maggior parte delle persone e dei bambini l’influenza e le altre malattie respiratorie stagionali possono essere molto fastidiose, ma di solito non pericolose per la salute. Molti, oltretutto, si ammalano senza sviluppare sintomi o con sintomi molto lievi. I sintomi, d’altra parte, li conosciamo ormai tutti: febbre più o meno elevata, naso chiuso o che cola, mal di gola, tosse, mal di testa, sensazione di spossatezza, dolori nuscolari e articolari, nausea e diarrea (questi ultimi soprattutto nei bambini).
Ma per i piccolissimi e per le persone fragili in genere (bambini compresi) queste malattie (e alcune in particolare) possono rappresentare un vero e proprio pericolo. Per esempio nel caso di complicanze conseguenti all’influenza o al virus respiratorio sinciziale, che possono manifestarsi sotto forma rispettivamente di polmonite e di bronchiolite, con esiti anche molto infausti. Come proteggerli allora?
Non esiste una vera e propria cura
Poiché le infezioni respiratorie più diffuse nella stagione invernale sono causate da virus, non esiste una vera e propria cura contro di esse (a parte pochi farmaci antivirali che comunque hanno un’efficacia limitata e si usano solo in casi particolari).
La “cura” consiste quindi nel riposo a casa e nell’utilizzo di farmaci sintomatici, che abbassano la febbre o alleviano i dolori, in modo da aiutare il malato a sentirsi meglio. Ma il virus responsabile deve fare comunque il suo decorso fino a scomparire da solo. In caso di malattia virale, infatti, gli antibiotici non servono perché sono attivi solo contro i batteri (possono venire prescritti appunto in caso di infezioni batteriche sovrapposte al virus).
Le vaccinazioni: sicure ed efficaci
Le malattie più pericolose per i piccoli sono l’influenza e il virus respiratorio sinciziale, oltre naturalmente al Covid. Fortunatamente per tutte e tre oggi esiste il vaccino, è sicuro ed è raccomandato dalle autorità sanitarie a partire dai sei mesi di vita.
Per proteggere i neonati al di sotto dei sei mesi di vita, che per l’età non possono ricevere direttamente il vaccino, è sufficiente che si vaccinino le donne in attesa. Grazie alla vaccinazione, infatti, gli anticorpi specifici contro quei virus prodotti dal sistema immunitario delle future mamme passano al bambino attraverso la placenta immunizzandolo anche una volta che sarà nato, fino ai sei mesi di vita.
Utili anche le regole di igiene
Oltre alla vaccinazione, resta importante continuare ad attuare le classiche regole di prevenzione utili per evitare che si diffondano queste e altre infezioni:
- Lavarsi spesso le mani o, in mancanza d’acqua e sapone, disinfettarle con gli appositi prodotti
- Usare solo fazzoletti usa e getta, avendo cura di cestinarli appena usati
- Non toccarsi la bocca, il naso o gli occhi dopo avere toccato superfici a rischio (come i sostegni dei mezzi pubblici)
- Tenere a portata di mano una mascherina, da usare eventualmente in caso di necessità (per esempio di fronte a persone che tossiscono o si soffiano il naso).