Argomenti trattati
La nascita di quattro gemelli è sempre problematica. Figuriamoci in un campo profughi africano in emergenza sanitaria. Eppure, gli operatori di Medici Senza Frontiere ce l’hanno fatta. E hanno dato una quadrupla speranza a migliaia di persone vulnerabili. Tutto questo è stato possibile grazie alle donazioni di privati all’organizzazione. Anche solo tramite le bomboniere solidali.
Un’occasione di solidarietà
Per festeggiare un battesimo, un matrimonio o una comunione, si può aiutare chi ne ha davvero bisogno, scegliendo bomboniere solidali prodotte da Medici senza frontiere, la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente, Premio Nobel per la Pace, che agisce in 66 paesi al mondo. Con i proventi delle bomboniere si possono curare, vaccinare e assistere persone che lottano per sopravvivere in contesti di emergenza umanitaria come epidemie, conflitti o disastri naturali.
Ampia scelta
Su www.festasenzafrontiere.it c’è un’ampia scelta di bomboniere, da quelle a sacchetto in cotone fino alle scatoline in diverse misure, con in più cartoncini da utilizzare come segnaposto o pergamene da personalizzare. È inoltre possibile creare una Lista regali di Medici senza frontiere, in cui si invitano i propri amici e parenti a “regalare” vaccinazioni, zanzariere per prevenire la malaria o terapie per la malnutrizione.
Centri sanitari in tutto il mondo
Come vengono usate le donazioni? Per esempio dando vita a centri sanitari nei campi profughi. A Bassikounou, in Mauritania, ultimamente sono nati quattro gemelli da una coppia di rifugiati dal Mali, dove è in corso un conflitto feroce.
Una quadrupla speranza
“Dopo 37 settimane di gravidanza i quattro gemelli sono nati nella nostra sala operatoria. Tre maschi e una femmina, che pesavano solo 1,5 kg a testa! Eravamo piuttosto preoccupati per loro. Ma oggi sono in salute e crescono bene. È un’ulteriore prova che cose meravigliose possono succedere anche nelle condizioni più estreme” ha detto Frederic Manantsoa Lai, Capo Missione per Medici Senza Frontiere nel campo rifugiati di Mbera. “Queste nuove vite sono un segno di speranza per i rifugiati. Allo stesso tempo, questa storia sottolinea quanto siano vulnerabili queste persone. Immaginate se le cure mediche non fossero state disponibili: se non avesse raggiunto la nostra struttura, questa madre incredibilmente coraggiosa avrebbe potuto perdere i suoi quattro bambini, o anche la sua stessa vita, lasciando altri sei figli e un marito senza lavoro”.