Argomenti trattati
Mamma e papà non vedono l’ora che il piccolo pronunci le sue prime parole. Per favorire lo sviluppo del linguaggio, però, non serve “inondare” i bebè di termini complessi e frasi articolate. La cosa migliore è privilegiare le conversazioni “a tu per tu”. Lo sostiene un recente studio, condotto da un gruppo di ricercatori americani, dell’Università di Washington e di quella del Connecticut, pubblicato sulla rivista Developmental Science.
La ricerca in due tempi
La ricerca ha interessato 26 bambini ed è stata condotta in due tempi. Quando i piccoli avevano all’incirca un anno, gli autori hanno cercato di capire a che punto fosse lo sviluppo del linguaggio. In che modo? Esaminando le registrazioni di alcuni loro “discorsi” con il sistema Lena (Language environment analysis), che permette di isolare le voci e identificare il tipo di tono utilizzato. Dopo un anno, invece, gli studiosi hanno invitato i genitori a compilare dei questionari relativi al numero di parole conosciute dai figli.
Un vocabolario più ricco
Incrociando i risultati ottenuti a un anno di età con quelli ottenuti a due anni, si è visto che le conversazioni a tu per tu dei genitori con i bimbi sono state fondamentali per lo sviluppo del linguaggio. In particolare, un ruolo essenziale è stato ricoperto dal cosiddetto “baby talk” o “motherese”, che molti adulti adottano istintivamente quando devono rivolgersi ai bambini e che poggia l’enfasi su alcune parole o suoni. I bambini cresciuti in famiglie che utilizzavano regolarmente il baby talk e in cui mamma e papà amavano conversare faccia a faccia con i figli, infatti, conoscevano in media 433 parole, contro le 169 dei loro coetanei cresciuti in famiglie che prestavano meno attenzione al linguaggio usato con i piccoli.
Sì al “motherese”
“Questo dimostra che per far parlare i bimbi presto e bene non è necessario bombardarli di parole, basta dirne un numero giusto ma faccia a faccia e possibilmente utilizzando il motherese” ha commentato il dottor Giovanni Valeri, neuropsichiatra dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.