Argomenti trattati
È intorno all’anno di età che il bambino compie i suoi primi passi. In genere, però, ogni bimbo ha il suo percorso e i suoi tempi di sviluppo psicomotorio, che i genitori non devono forzare ma osservare e rispettare con serenità. Ci sono, infatti, bambini più “lenti”, che a un anno ancora gattonano e che imparano a muovere i primi passi solo nei mesi seguenti.
All’inizio l’andatura è incerta
Anche la camminata varia a seconda dell’esperienza, perciò all’inizio il bimbo compie i suoi primi passi a gambe larghe e con i piedi verso l’esterno. Questa postura lo fa avanzare dondolando, perciò perde l’equilibrio con facilità. Dopo un po’ di tempo, e dopo molte cadute, il bimbo impara a stabilizzare la propria andatura unendo maggiormente le gambe, collocando i piedi paralleli, compiendo passi più corti e usando le braccia per mantenere l’equilibrio. Nonostante ciò, fino alla fine del secondo anno di età, il piccolo continua a inciampare in ogni irregolarità del terreno, per esempio una piega nel tappeto. Le cadute sono frequenti durante l’apprendimento, anche perché, a volte, il bimbo lo fa apposta, per impratichirsi e per acquisire maggiore controllo dei propri muscoli.
Poi diventa più agile
Dopo una buona pratica, con tempi e modalità diversi da bimbo a bimbo, il piccolo controlla completamente il complesso processo che lo porta a camminare da solo: impara a cambiare senso di marcia con facilità, a camminare di lato e all’indietro e, dal momento che non usa più le braccia per tenersi in equilibrio, a trasportare oggetti con entrambe le mani. A poco a poco, inoltre, riuscirà a salire sulle punte dei piedi, spingere e tirare giochi dotati di ruote, dare calci a un pallone, accovacciarsi per raccogliere un oggetto da terra… correre, saltare e arrampicarsi…
Come si può aiutarlo
Lo sviluppo motorio del bambino è un processo che avviene in modo graduale e naturale e che non richiede particolari esercizi. Saranno gli stimoli dell’ambiente, e la migliorata capacità del bimbo di processarli grazie al parallelo sviluppo psichico, a favorirli. I seguenti esercizi, dunque, non servono a “insegnargli” a camminare, quanto a coinvolgere i genitori nell’impresa del proprio figlio in modo divertente e giocoso.
– Per camminare il piccolo deve sviluppare il senso dell’equilibrio. Si può aiutarlo inclinandolo leggermente in avanti o di lato mentre è seduto per terra perché lui si rimetta diritto da solo.
– Quando riesce ad alzarsi aggrappandosi alle sbarre del lettino, gli si può insegnare a sostenersi su una sola gamba piegandogli delicatamente un ginocchio e alzandogli un piede.
– Quando i tentativi di alzarsi in piedi nel lettino sono frequenti e durano abbastanza tempo, si può sostenerlo da dietro con entrambe le mani al di fuori di esso. Se è sicuro e si muove con decisione, si può provare a lasciargli la mano, perché la appoggi contro la parete o contro un mobile.
– Per stimolare i suoi tentativi di camminata “libera”, è bene lasciarlo appoggiato a un mobile o al letto, e quindi, da lontano, mostrargli il suo giocattolo preferito, applaudendo i suoi passi.