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In linea di massima, i bambini iniziano a camminare attorno all’anno di età, in maniera spontanea e naturale. Però, se dopo il primo compleanno non hanno ancora mosso i loro primi passi non bisogna preoccuparsi: ogni bimbo ha il suo percorso e i suoi tempi di sviluppo psicomotorio, che i genitori non devono forzare ma osservare e rispettare con serenità. N
on serve che insegnino al figlio a stare i piedi e a muovere i piedini. Tuttavia, possono stimolarlo ad alzarsi e a camminare con alcuni semplici esercizi. L’importante è proporli come un gioco, senza forzare in alcun modo il bambino e anzi incoraggiando ogni sua piccola conquista.
Cosa fanno i bambini prima di iniziare a camminare
Spinti dalla loro innata curiosità verso l’ambiente circostante, dall’irrefrenabile voglia di scoprire, toccare e conoscere, i bambini piccoli che non hanno ancora imparato a camminare cercano e trovano altri modi per spostarsi e lanciarsi nelle loro avventure.
Alcuni tendono a strisciare sulla pancia, sulle gambe o sulle braccia, in avanti o all’indietro. Altri invece si spostano soprattutto da seduti, “saltellando” con il sedere e aiutandosi con le braccia in movimento. Altri ancora si mettono a “quattro zampe” e gattonano in maniera classica. C’è anche chi passa da una modalità all’altra a seconda delle circostanze e delle situazioni e chi inizia direttamente a camminare.
E se il bambino gattona con una gamba sola? Non c’è da preoccuparsi: anche questa rientra nelle possibili modalità di spostamento. Quella che precede i primi passi è una fase molto importante perché favorisce lo sviluppo delle abilità logico-spaziali. Gattonare e camminare non sono necessariamente due fasi separate e distinte. In un primo momento, anzi, sono sovrapponibili.
Come stimolare un bambino a stare in piedi
Lo sviluppo motorio è un processo che avviene in modo graduale e naturale, per cui non richiede particolari allenamenti. Saranno gli stimoli dell’ambiente, insieme alla migliorata capacità del bimbo di processarli grazie al parallelo sviluppo psichico, a favorirli. I bambini iniziano a camminare da soli quando sono pronti.
Non serve nemmeno che mamma e papà insegnino al proprio figlio a stare in piedi. Tuttavia, possono stimolarlo in modo divertente e giocoso. Per esempio, possono porgere le mani al piccolo invitandolo ad aggrapparsi, ma senza mai forzarlo. Deve essere lui a decidere se e quando alzarsi. Inoltre, visto che per stare in piedi deve sviluppare il senso dell’equilibrio, è possibile aiutarlo inclinandolo leggermente in avanti o di lato mentre è seduto per terra perché si rimetta diritto da solo. Se il bimbo tenta di alzarsi aggrappandosi a mobili o giocattoli, lasciarlo fare, senza interromperlo o aiutarlo. È importante che sia libero di sperimentare come meglio crede. Incoraggiare e complimentarsi con lui per ogni miglioramento ottenuto, dando la spinta giusta alla sua voglia di fare e alla sua autostima.
In questa fase, mamma e papà non devono aiutare il figlio a sostenersi per troppo tempo perché altrimenti invece di stare in piedi pochi minuti e poi lasciarsi cadere, sta eretto più a lungo con il rischio di danni all’anca. No anche a metterlo in piedi, a spingerlo a camminare e a caricarlo di aspettative.
Come aiutarlo a imparare
Come detto, il bambino non ha bisogno di qualcuno che gli insegni a camminare. Si tratta di un’abilità che acquisisce da solo, attraverso le sue sperimentazioni, quando è il momento giusto. Ci sono comunque alcuni esercizi che possono aiutarlo. Ecco quali.
- Quando riesce ad alzarsi aggrappandosi alle sbarre del lettino o a un altro mobile, gli si può insegnare a sostenersi su una sola gamba piegandogli delicatamente un ginocchio e alzandogli un piede.
- Quando i tentativi di alzarsi in piedi sono frequenti e durano abbastanza tempo, si può sostenerlo dandogli le mani per qualche istante. Se è sicuro e si muove con decisione, si può provare a lasciargli una manina, perché la appoggi contro la parete o contro un mobile.
- Per stimolare i suoi tentativi di camminata “libera”, è bene lasciarlo appoggiato a un mobile o al letto, e quindi, da lontano, mostrargli il suo giocattolo preferito, applaudendo i suoi passi.
- Mamma e papà possono mettersi l’uno di fronte all’altra a pochi passi di distanza e invogliare il piccolo a fare la “spola” tra di loro camminando.
Molto utili anche i giocattoli cavalcabili e trainabili e i primi passi perché offrono un sostegno quando i bambini iniziano a camminare. Perfetti anche i carrellini da spingere e da usare come supporto.
Quando iniziano a camminare soli
Lo sviluppo e la crescita dei bambini non possono essere incasellati in un calendario fatto di tempistiche precise. Ciascun bimbo, infatti, ha i propri tempi e segue un proprio sviluppo psicomotorio. In linea di massima, però, si può dire che i bambini iniziano a camminare attorno ai 12 mesi.
In media, le tappe del loro sviluppo sono:
- intorno ai sei-sette mesi imparano a stare seduti da soli, senza sostegno, con la schiena diritta e la testa allineata al busto
- a sette mesi circa provano a sollevarsi sulle mani e sulle ginocchia e a dondolarsi
- tra gli otto e i nove mesi, quando avviene uno scatto di crescita iniziano a gattonare (ma non tutti attraversano questa fase). Se il bambino gattona con una gamba sola non c’è nulla di cui preoccuparsi
- verso i dieci-undici mesi iniziano a “tirarsi su”, in posizione eretta, tenendosi a sedie e divani e a stare in piedi senza barcollare, allungando le braccia per farsi sollevare. Riescono a mantenersi eretti per pochi minuti
- intorno ai dodici mesi riescono a muovere qualche passo dando la manina all’adulto
- tra i dodici e i quindici mesi iniziano a camminare da soli
- intorno ai diciotto mesi camminano con una certa scioltezza
- verso i due anni sono in grado di correre, saltare e fare le scale.
In breve
In media, i bambini iniziano a camminare attorno all’anno di età. Non esiste, però, una regola fissa perché ciascuno ha i propri tempi e segue il proprio sviluppo psicomotorio. Se, dunque, a 13-14 mesi il piccolo non ha ancora mosso i suoi primi passi non bisogna allarmarsi. Lo farà quando sarà pronto. I genitori non devono forzarlo, ma eventualmente stimolarlo a stare in piedi attraverso alcuni semplici esercizi. L’importante è proporli come un gioco e non caricare il bimbo di aspettative che hanno poco senso.