Quando i bambini iniziano a camminare e come aiutarli

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 26/02/2025 Aggiornato il 26/02/2025

C’è chi a un anno ancora gattona e chi invece non l’ha mai fatto e muove già i primi passi. In ogni caso ci vorranno dei mesi prima che il piccolo conquisti una certa sicurezza e stabilità.

primi passi bambini

In linea di massima, i bambini iniziano a camminare attorno all’anno di età, in maniera spontanea e naturale. Però, se dopo il primo compleanno non hanno ancora mosso i loro primi passi non bisogna preoccuparsi: ogni bimbo ha il suo percorso e i suoi tempi di sviluppo psicomotorio, che i genitori non devono forzare ma osservare e rispettare con serenità. N

on serve che insegnino al figlio a stare i piedi e a muovere i piedini. Tuttavia, possono stimolarlo ad alzarsi e a camminare con alcuni semplici esercizi. L’importante è proporli come un gioco, senza forzare in alcun modo il bambino e anzi incoraggiando ogni sua piccola conquista.

Cosa fanno i bambini prima di iniziare a camminare

Spinti dalla loro innata curiosità verso l’ambiente circostante, dall’irrefrenabile voglia di scoprire, toccare e conoscere, i bambini piccoli che non hanno ancora imparato a camminare cercano e trovano altri modi per spostarsi e lanciarsi nelle loro avventure.

Alcuni tendono a strisciare sulla pancia, sulle gambe o sulle braccia, in avanti o all’indietro. Altri invece si spostano soprattutto da seduti, “saltellando” con il sedere e aiutandosi con le braccia in movimento. Altri ancora si mettono a “quattro zampe” e gattonano in maniera classica. C’è anche chi passa da una modalità all’altra a seconda delle circostanze e delle situazioni e chi inizia direttamente a camminare.

E se il bambino gattona con una gamba sola? Non c’è da preoccuparsi: anche questa rientra nelle possibili modalità di spostamento. Quella che precede i primi passi è una fase molto importante perché favorisce lo sviluppo delle abilità logico-spaziali. Gattonare e camminare non sono necessariamente due fasi separate e distinte. In un primo momento, anzi, sono sovrapponibili.

Come stimolare un bambino a stare in piedi

Lo sviluppo motorio è un processo che avviene in modo graduale e naturale, per cui non richiede particolari allenamenti. Saranno gli stimoli dell’ambiente, insieme alla migliorata capacità del bimbo di processarli grazie al parallelo sviluppo psichico, a favorirli. I bambini iniziano a camminare da soli quando sono pronti.

Non serve nemmeno che mamma e papà insegnino al proprio figlio a stare in piedi. Tuttavia, possono stimolarlo in modo divertente e giocoso. Per esempio, possono porgere le mani al piccolo invitandolo ad aggrapparsi, ma senza mai forzarlo. Deve essere lui a decidere se e quando alzarsi. Inoltre, visto che per stare in piedi deve sviluppare il senso dell’equilibrio, è possibile aiutarlo inclinandolo leggermente in avanti o di lato mentre è seduto per terra perché si rimetta diritto da solo. Se il bimbo tenta di alzarsi aggrappandosi a mobili o giocattoli, lasciarlo fare, senza interromperlo o aiutarlo. È importante che sia libero di sperimentare come meglio crede. Incoraggiare e complimentarsi con lui per ogni miglioramento ottenuto, dando la spinta giusta alla sua voglia di fare e alla sua autostima.

In questa fase, mamma e papà non devono aiutare il figlio a sostenersi per troppo tempo perché altrimenti invece di stare in piedi pochi minuti e poi lasciarsi cadere, sta eretto più a lungo con il rischio di danni all’anca. No anche a metterlo in piedi, a spingerlo a camminare e a caricarlo di aspettative.

Come aiutarlo a imparare

Come detto, il bambino non ha bisogno di qualcuno che gli insegni a camminare. Si tratta di un’abilità che acquisisce da solo, attraverso le sue sperimentazioni, quando è il momento giusto. Ci sono comunque alcuni esercizi che possono aiutarlo. Ecco quali.

  • Quando riesce ad alzarsi aggrappandosi alle sbarre del lettino o a un altro mobile, gli si può insegnare a sostenersi su una sola gamba piegandogli delicatamente un ginocchio e alzandogli un piede.
  • Quando i tentativi di alzarsi in piedi sono frequenti e durano abbastanza tempo, si può sostenerlo dandogli le mani per qualche istante. Se è sicuro e si muove con decisione, si può provare a lasciargli una manina, perché la appoggi contro la parete o contro un mobile.
  • Per stimolare i suoi tentativi di camminata “libera”, è bene lasciarlo appoggiato a un mobile o al letto, e quindi, da lontano, mostrargli il suo giocattolo preferito, applaudendo i suoi passi.
  • Mamma e papà possono mettersi l’uno di fronte all’altra a pochi passi di distanza e invogliare il piccolo a fare la “spola” tra di loro camminando.

Molto utili anche i giocattoli cavalcabili e trainabili e i primi passi perché offrono un sostegno quando i bambini iniziano a camminare. Perfetti anche i carrellini da spingere e da usare come supporto. 

Quando iniziano a camminare soli

Lo sviluppo e la crescita dei bambini non possono essere incasellati in un calendario fatto di tempistiche precise. Ciascun bimbo, infatti, ha i propri tempi e segue un proprio sviluppo psicomotorio. In linea di massima, però, si può dire che i bambini iniziano a camminare attorno ai 12 mesi.

In media, le tappe del loro sviluppo sono:

  • intorno ai sei-sette mesi imparano a stare seduti da soli, senza sostegno, con la schiena diritta e la testa allineata al busto
  • a sette mesi circa provano a sollevarsi sulle mani e sulle ginocchia e a dondolarsi
  • tra gli otto e i nove mesi, quando avviene uno scatto di crescita iniziano a gattonare (ma non tutti attraversano questa fase). Se il bambino gattona con una gamba sola non c’è nulla di cui preoccuparsi
  • verso i dieci-undici mesi iniziano a “tirarsi su”, in posizione eretta, tenendosi a sedie e divani e a stare in piedi senza barcollare, allungando le braccia per farsi sollevare. Riescono a mantenersi eretti per pochi minuti
  • intorno ai dodici mesi riescono a muovere qualche passo dando la manina all’adulto
  • tra i dodici e i quindici mesi iniziano a camminare da soli
  • intorno ai diciotto mesi camminano con una certa scioltezza
  • verso i due anni sono in grado di correre, saltare e fare le scale.
 
 
 

In breve

In media, i bambini iniziano a camminare attorno all’anno di età. Non esiste, però, una regola fissa perché ciascuno ha i propri tempi e segue il proprio sviluppo psicomotorio. Se, dunque, a 13-14 mesi il piccolo non ha ancora mosso i suoi primi passi non bisogna allarmarsi. Lo farà quando sarà pronto. I genitori non devono forzarlo, ma eventualmente stimolarlo a stare in piedi attraverso alcuni semplici esercizi. L’importante è proporli come un gioco e non caricare il bimbo di aspettative che hanno poco senso.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bronchiti asmatiformi ricorrenti in una bimba di tre anni

24/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Le bronchiti asmatiformi sono frequenti in età prescolare: interessano circa un bambino su 4 almeno una volta, ma con la crescita tendono a risolversi del tutto.   »

Endometrite: dopo la cura si deve controllare se è guarita?

24/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Secondo alcuni studi non è necessario effettuare accertamenti per stabilire se, dopo la cura farmacologica, l'endometrite si è risolta.   »

Allergia al latte e intolleranza al latte: c’è differenza?

05/02/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

L'allergia al latte è la risposta avversa alle proteine in esso contenute ec caratterizzata dalla formazione di anticorpi IgE e, di conseguenza, dal rilascio di istamina. L'intolleranza al latte dipende dalla mancanza (o dal deficit d'azione) dell'enzima che digerisce il lattosio, lo zucchero del latte....  »

Fai la tua domanda agli specialisti