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La facoltà dei neonati di capire il significato delle parole si manifesta fin dai primi mesi di vita ed è veicolata dalle esperienze. Lo sostengono due ricercatrici della Northwestern University di Evanston (Stati Uniti), secondo cui gli eventi vissuti dai neonati influenzano la loro capacità di associare il linguaggio a precise categorie di pensiero.
Più precoci del previsto
Le due studiose americane hanno scoperto che, fin dalla nascita, i neonati hanno la capacità di capire il significato delle parole, cioè captano i segnali comunicativi emessi non solo dagli umani, ma anche dagli animali. Hanno, infatti, osservato che i bimbi di 3 mesi sono in grado di creare categorie mentali basandosi sull’ascolto delle vocalizzazioni effettuate dalle persone e da primati non umani (nel caso specifico i lemuri). Tuttavia, all’età di 6 mesi quest’abilità comincia a diminuire fino a sparire. Nel giro di alcune settimane, i bambini diventano capaci di categorizzare mentalmente soltanto i vocalizzi umani.
L’esperimento a 6 mesi
Le scienziate hanno fatto ascoltare ad alcuni bimbi di 6 mesi solo i vocalizzi prodotti dagli animali e riscontrato che, grazie a questa esperienza, i piccoli sono stati in grado di mantenere la capacità di collegare questi segnali a precise categorie di pensiero. Da qui si formerebbe l’abilità di capire il significato delle parole. Successivamente, le studiose hanno fatto sentire ai neonati alcune parole pronunciate al contrario: durante il primo anno di vita, generalmente un impulso del genere non viene categorizzato. In questo caso, la sperimentazione ha dato esito negativo.
Risultati interessanti
Secondo le autrici, i risultati dello studio dimostrano l’importanza dell’esperienza per la formazione del pensiero umano. Inoltre, ritengono che la scoperta potrebbe migliorare la comprensione dello sviluppo precoce del linguaggio e della crescita cognitiva.