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Tutti i genitori aspettano con trepidazione il momento in cui il loro bebè dirà per la prima volta “mamma” e “papà”. Ma le prime parole non sono che un timido inizio: lo sviluppo del linguaggio è un percorso complesso, che richiede tempo, pazienza e anche qualche piccolo aiuto. Non è affatto raro, infatti, che il bimbo abbia delle difficoltà. Niente panico, dunque: è normale. Per superare queste fasi di impasse si può ricorrere a semplici trucchi, come quelli suggeriti dalla logopedista Claudia Azzaro, nel libro “Parlare… giocando Consigli ai genitori per aiutare i bambini a parlare bene”.
È un processo graduale
Il linguaggio, per formarsi compiutamente, ha bisogno di tappe precise, che ricorrono nell’infanzia di tutti i bebè. Tuttavia, è bene tenere presente che questo processo varia molto da bambino a bambino, per cui può succedere che alcuni parlino molto fin da piccoli, anche utilizzando un vocabolario più ampio, mentre altri esprimano solo l’essenziale anche dopo i due anni e mezzo-tre.
Le domande stimolano l’interazione
La capacità di linguaggio è innata, è cioè presente nel patrimonio genetico di tutti noi sin dalla nascita. Nel corso dei primi anni, viene perfezionata attraverso l’interazione con gli altri. Per questo è fondamentale che i genitori stimolino il piccolo. Per esempio, proponendogli delle alternative. Mamma e papà al mattino possono chiedergli se vuole mettere la maglia rossa o verde e a merenda se preferisce lo yogurt o la frutta. In questo modo, invogliano il figlio a parlare, oltre a farlo sentire importante e ad abituarlo a scegliere.
I pupazzi parlanti
Fra i trucchi per aiutare il bimbo a parlare c’è anche quello di regalargli un pupazzo parlante. Si tratta di un modo divertente e facile per spronarlo a interagire. Ma anche per fargli sperimentare ruoli ed emozioni poco esplorati. “Di solito i bambini amano invertire i ruoli, così che, almeno nel gioco, possano comandare, rimproverare, decidere, coccolare” spiega l’esperta nel suo libro.
I “perché” aiutano a capire
Quando il bambino è più grandicello e inizia la fase dei perché, mamma e papà possono dialogare con lui in maniera più strutturata, sfruttando la sua naturale curiosità per aiutarlo a capire il nesso causa-effetto. Possono rivolgergli frasi come: “Perché il bimbo piange? Perché è caduto” oppure “Perché vai alla scuola materna? Perché noi andiamo a lavorare” e così via.
I racconti sono utilissimi
Nei bambini grandi, è utilissimo favorire i racconti. In che modo? Evitando le domande dirette, ma facendo in modo che si aprano da soli. Può essere utile fare qualcosa di speciale insieme, come una passeggiata o una torta. Per loro sarà più facile confidarsi spontaneamente. I genitori possono anche invogliare il figlio semplicemente raccontando per primi cos’hanno fatto, senza poi rivolgere loro interrogativi.