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Apparentemente, il termine ginnastica non sembra andare d’accordo con la parola neonati. Invece, nella realtà non è così: anche i bebè appena nati possono allenarsi. Ovviamente non da soli: l’aiuto di mamma e papà è indispensabile.
Così lo si prepara a camminare
Nei neonati, la ginnastica ha uno scopo ben preciso. Ovviamente l’obiettivo non è far divertire, intrattenere o impegnare i bambini, ancora troppo piccoli per queste esperienze. I movimenti specifici servono per stimolare correttamente la muscolatura del bebè, preparandola gradualmente alle tappe successive: il gattonamento prima e i primi passi poi.
Dal primo mese
Mamma e papà possono iniziare ad “allenare” il piccolo fin dal primo mese. Bastano pochi minuti per due-tre volte al giorno. Quando il bebè è sveglio, lo possono stendere a pancia in giù sul lettino, sul divano o sul tappeto per i giochi. Questa posizione permette ai muscoli del collo di rinforzarsi: una cosa che tornerà utile quando il bimbo inizierà a tenere diritta la testina.
Dai tre mesi
Quando il piccolo ha compiuto i tre mesi, si possono iniziare i movimenti che allenano la muscolatura della schiena. Mamma o papà possono prenderlo per le manine e tirare dolcemente le braccia fino a portarlo nella posizione seduta. Anche in questo caso ci si può mettere sul divano, sul letto o su un tappeto.
Dai cinque mesi
È arrivato il momento di aiutare i neonati a tenere sollevata la testa. In che modo? Basta tenerli in braccio in posizione ben diritta e camminare a spasso spedito oppure ballare.
Dai sette-otto mesi
A questo punto la ginnastica deve essere mirata alle gambe: si può mettere il bebè in piedi sulle proprie ginocchia e farlo saltellare delicatamente. Queste lievi oscillazioni rinforzano e sviluppano i muscoli degli arti inferiori. Anche stendere il bambino sulla schiena e spingere con le mani le sue gambine verso l’addome è utile.
Dopo l’anno
I bambini più precoci, al compimento del primo anno, hanno già iniziato a camminare. Gli altri possono essere allenati con un semplice esercizio: porgere le mani al piccolo invitandolo ad aggrapparsi, ma senza forzarlo. Deve essere lui a decidere se e quando alzarsi.