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La pappa dei nostri bebè è troppo ricca di sale, zuccheri e proteine mentre è povera di ferro e fibre. A sostenerlo è il recente studio italiano Nutrintake, realizzato su un campione di 400 bambini dai 6 ai 36 mesi, 200 residenti al nord, a Milano e 200 al sud, a Catania. Lo studio è consistito nel calcolare l’apporto calorico e dei nutrienti della dieta dei bambini con il supporto di pediatri e dietiste, coordinati da un gruppo scientifico. Scopo dello studio era scoprire cosa realmente mangiano i bebè durante lo svezzamento e se ci sono, eventualmente, errori comuni da parte delle mamme.
I risultati sono preoccupanti
È stato osservato che al di sotto dell’anno di età, un bambino su due assume il doppio del fabbisogno raccomandato di proteine. Sopra l’anno, la metà dei bambini ne assume quasi tre volte di più! Per quanto riguarda il consumo del sale, già prima dei 12 mesi i bambini cominciano a conoscere il gusto del salato, in quanto le mamme hanno l’abitudine di salare la pappa, diversamente da quanto consigliato dai pediatri. E già a 18 mesi, metà dei bambini ne consuma oltre la quantità più alta raccomandata. Inoltre, è emerso un alto consumo di zuccheri semplici: sotto i 12 mesi tutti i bebè consumano il limite massimo raccomandato di zuccheri, sopra l’anno addirittura lo superano! Viceversa è stato registrato un deficit di ferro nella pappa dei bebè: prima dell’anno nessuno raggiunge il fabbisogno raccomandato, dopo l’anno di vita, l’80% dei bimbi. Anche il fabbisogno giornaliero di fibre è risultato inferiore a quello raccomandato.
3 gli errori più comuni
1. Per rendere più gustose le pappe, le mamme eccedono nel salarle troppo aggiungendo ovunque il formaggio grattugiato (fonte di proteine e di sale).
2. In più offrono spesso succhi di frutta e tisane zuccherate, causando un eccessivo apporto di zuccheri semplici.
3. Sul deficit di ferro, invece, si ipotizza che a incidere sia l’abitudine di introdurre troppo presto (prima dell’anno di vita del bambino) il latte vaccino, anziché il latte materno o il latte formulato (più simile a quello materno). Il latte vaccino è molto diverso da quello di donna: contiene troppe proteine, troppi grassi saturi e troppi sali minerali per l’organismo di un bambino sotto l’anno di età. Data la sua composizione, anticipare troppo il passaggio al latte vaccino può causare diversi problemi, dalla semplice diarrea al rischio di sviluppare allergie, perché l’intestino del piccolo non è ancora in grado di utilizzare questo alimento. Diverse ricerche hanno, infatti, evidenziato che il latte vaccino può favorire la comparsa di microscopiche emorragie nell’intestino di bambini predisposti, senza che peraltro si evidenzino sintomi di alcun genere. Dall’anno in poi, invece, le cose cambiano: l’intestino raggiunge la sua piena funzionalità, la dieta si fa più varia e il latte vaccino diventa effettivamente un alimento essenziale.