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Viene dal Royal College of Paediatrics and Child Health una denuncia riguardo la presenza di troppi zuccheri negli alimenti per bambini che creano pessime abitudini, provocando carie, sovrappeso e obesità. Eppure proprio la Gran Bretagna si era posta un obiettivo: dimezzare entro il 2030 il tasso di obesità infantile (uno dei più alti dei paesi occidentali, è obeso un bambino su cinque nella fascia di età tra i due e i quattro anni). L’associazione governativa Public Health England intanto ha pubblicato un’impietosa analisi degli alimenti per l’infanzia, dalla quale emerge quanto grande sia ancora la distanza che separa le buone intenzioni dalla realtà.
Il gusto dei bambini va educato
I medici britannici sottolineano come la concentrazione di zuccheri sia ancora molto alta, anche quando non ve ne sono di aggiunti. Inoltre ricordano che molti alimenti non aiutano il bambino a imparare a mangiare da solo (sempre più spesso sono in forma di purea) e che la varietà, soprattutto delle verdure, è sempre più ridotta. I bambini amano il gusto dolce, ma non bisogna assecondare questa tendenza; al contrario, è necessario sfruttare la loro curiosità e abituarli a sapori aspri e amari, o comunque non dolci, come quelli delle verdure, quali ad esempio i broccoli o gli spinaci. Condanna ferma, poi, ai cibi consigliati dai quattro mesi: prima dei sei mesi infatti bisognerebbe limitarsi all’allattamento al seno, o al latte artificiale, senza dare zuccheri aggiunti.
Allarme anche dall’OMS
L’Organizzazione Mondiale della Sanità/Europa ha sviluppato una metodologia per l’identificazione di alimenti commerciali per bambini disponibili in contesti di vendita al dettaglio, e per la raccolta di dati sui contenuti nutrizionali indicati sulle etichette e altri imballaggi, rilevando che una parte sostanziale dei prodotti, compresa tra il 28% e il 60%, era commercializzata come adatta per i bambini di età inferiore ai 6 mesi. Questo non rispetta il Codice internazionale dell’Oms sui sostituti del latte materno e sulle linee guida in materia. Inoltre circa un terzo dei prodotti esaminati conteneva zucchero, succo di frutta concentrato o altri agenti dolcificanti.