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Per scongiurare l’insorgenza delle allergie nei bambini sarebbe bene introdurre tutti gli alimenti – compresi quelli potenzialmente più allergizzanti – sin dall’inizio dello svezzamento: la nuova teoria, che arriva da uno studio canadese pubblicato sul Canadian Medical Association Journal da un gruppo di ricercatori della University of Manitoba guidati dagli allergologi Elissa Abrams e Allan Becker, sembrerebbe contrastare con quanto ritenuto finora corretto dalle società scientifiche pediatriche, secondo le quali l’introduzione dei cibi allergizzanti dovesse essere fatta procedendo con molta cautela e non prima del primo anno di vita se non addirittura, in alcuni casi, aspettando i tre anni compiuti.
Fino a 4 mesi solo latte
Lo schema di introduzione dei cibi è piuttosto semplice, spiegano gli allergologi che hanno condotto lo studio: almeno fino ai quattro mesi compiuti solo latte, dopodiché tra il quarto e il sesto mese di vita del bambino si devono introdurre gradualmente tutti i cibi, anche quelli potenzialmente allergizzanti. E il discorso vale anche per i bambini ad alto rischio di allergie, ovvero quelli con familiari stretti (fratelli o genitori) a loro volta allergici. Cereali, verdure gialle e arancioni, frutta, uova, latte vaccino, soia: ogni alimento nuovo e potenzialmente allergenico deve essere introdotto ogni tre-cinque giorni inizialmente in dosi molto contenute per aumentarne poi gradualmente la quantità dopo diversi giorni (e solo se il piccolo non manifesta disturbi).
La “tolleranza immunologica”
Come spiega Roberto Bernardini, presidente della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica e direttore della Pediatria al Nuovo Ospedale San Giuseppe di Empoli, “in realtà le raccomandazioni canadesi combaciano con quanto abbiamo affermato nell’ultimo documento di consenso delle principali società scientifiche datato 2014. L’introduzione di alimenti diversi dal latte materno o artificiale deve essere condotta tra il quarto e il sesto mese: è infatti proprio in questo periodo, non prima e non dopo, che si acquisisce la tolleranza immunologica. Dunque guai a ritardare troppo l’introduzione degli alimenti nuovi nella dieta dei bambini: il rischio è quello di creare legioni di adulti allergici”.