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Attenzione neo mamme: durante lo svezzamento no al “fai da te”, si alle indicazioni del pediatra basate su evidenze scientifiche e ai criteri stabiliti dalle linee guida nazionali ed internazionali. A lanciare il monito è il dottor Claudio Maffeis, pediatra esperto in nutrizione della Sip (Società italiana di pediatria) e professore dell’Università di Verona, secondo il quale le mamme commetterebbero diversi errori, anche molto banali, al momento dello svezzamento. A svantaggio della salute futura del bambino, perché il tempo dello svezzamento è fondamentale per porre le basi di come si sarà da grandi. Ecco i cinque errori più comuni
1 Svezzamento precoce o tardivo
Si conferma che il latte materno (o il latte formulato qualora non sia disponibile) è l’alimento ideale del bebè certamente fino al sesto mese di vita perché in grado di soddisfare tutte le sue necessità nutrizionali. Superati i primi sei mesi, diventa, invece, basilare integrare il latte con altri alimenti per coprire gli aumentati fabbisogni. Maffeis ricorda che il momento migliore per iniziare lo svezzamento è: mai prima del quarto mese, mai dopo il sesto. E aggiunge anche che lo svezzamento precoce è stato associato al rischio di obesità, mentre quello tardivo a carenze nutrizionali.
2 Eccesso di proteine
Molti studi dimostrerebbero che i bambini assumerebbero un quantitativo proteico superiore alle loro necessità, con il conseguente rischio di promuovere l’obesità anche ad anni di distanza. Pertanto, per evitare di fornire proteine più del dovuto, è fondamentale allattare il bebè con il latte materno e, qualora non sia possibile, con latti artificiali con contenuti proteici simili a quelli del latte materno. No, invece, al latte vaccino almeno fino al compimento del primo anno di vita perché contiene quasi 4 volte più proteine del latte umano.
3 Troppi zuccheri semplici
Anche se non esistono ancora specifiche raccomandazioni per la prima infanzia sulla corretta quantità di zuccheri da assumere, Maffeis suggerisce di seguire le raccomandazioni dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui bambini ed adulti dovrebbero limitare gli apporti di zuccheri semplici a meno del 10% delle calorie totali e, ancor meglio, a meno del 5%.
4 Pochi grassi e carboidrati
Nei primi anni di vita, diversamente dagli anni successivi, è indispensabile che il bambino assuma una quota di grassi relativamente alta perché i lipidi sono necessari alla sintesi delle strutture nervose in rapida crescita. Pertanto, dopo il latte materno o il latte formulato, è bene non somministrare latte scremato o parzialmente scremato, ma latte intero (più ricco in grassi) fino ai tre anni. Anche per i carboidrati, l’apporto deve aumentare con l’età perché il glucosio, in particolare, è essenziale al funzionamento dell’attività muscolare. Quindi via libera a cereali e frutta, alimenti ricchi di carboidrati, aumentandone le quantità con l’età.
5 Aggiunta di sale
Maffeis conferma di non aggiungere il sale nella pappa del bebè almeno fino all’anno di vita perché gli alimenti preparati già contengono una quantità sufficiente di sodio e poi perché abituare il bambino al gusto del salato potrebbe favorire la comparsa dell’ipertensione arteriosa in futuro. Dopo l’anno, poi, il sale va aggiunto a piccole dosi.
ECCO COME FARE UNO SVEZZAMENTO SANO E SICURO