Come far mangiare la frutta ai bambini?

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 09/06/2022 Aggiornato il 09/06/2022

È il primo alimento solido che il bebè assaggia all’inizio dello svezzamento proprio perché, grazie al suo gusto naturalmente dolce, è in genere molto gradita. Con il caldo, poi, il suo elevato contenuto di acqua favorisce anche una corretta idratazione. Quindi per far mangiare la frutta ai bambini la si può proporre anche sotto forma di succo, frullato o spremuta

la frutta ai bambini fa bene

La frutta è naturalmente ricca di vitamine, sali minerali, fibre alimentari, zuccheri e acqua, tutti nutrienti indispensabili per la crescita del bambino. L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) raccomanda di consumare 2-3 porzioni di frutta al giorno per avere una vita lunga e sana e per migliorare il benessere mentale. Secondo le più recenti Linee guida per una sana alimentazione italiana del Centro di ricerca e nutrizione (Crea), esiste un legame tra consumi di frutta e verdura e prevenzione delle malattie cronico-degenerative, obesità e mortalità. Recenti studi hanno dimostrato, però, un calo dei consumi di frutta soprattutto nei bambini e negli adolescenti che comporta un aumento di casi di obesità e patologie a essa correlate. Fin dai primi anni di vita, perciò, è importante orientare le scelte dei bambini verso la frutta fresca, anche sotto forma di succhi o nettari di frutta (meglio se senza zuccheri aggiunti) e spremute di agrumi. Ecco come far mangiare la frutta ai bambini.

Perché è importante mangiare la frutta?

La frutta è una preziosa fonte di sostanze nutritive, importanti sempre, ma soprattutto nella fase di crescita dei bambini. Ecco cosa contiene la frutta.

Vitamine. Sono indispensabili alla vita perché regolano moltissimi processi metabolici, energetici ed immunitari del nostro organismo. Solo alcune vitamine sono direttamente sintetizzate dall’organismo (come per esempio la vitamina K, grazie alla flora intestinale, e la vitamina D, attraverso i raggi solari). La maggior parte, invece, l’organismo non è in grado di produrle da sé e deve assumerle con gli alimenti, in quantità che variano in rapporto all’età e al sesso. Si distinguono in idrosolubili, che non si accumulano nell’organismo e si devono quindi rinnovare frequentemente, e liposolubili, che si trovano in alimenti contenenti grassi e possono essere accumulate nei tessuti, in particolare nel tessuto adiposo.  Alle prime appartengono le vitamine del gruppo B e la vitamina C. Tra le liposolubili ci sono le vitamine A, D, E e K.

Dove si trovano. La frutta è ricca, soprattutto, di vitamina C e betacarotene, un precursore della vitamina A. Di vitamina C, o acido ascorbico, sono ricchi gli agrumi, le fragole, i kiwi e i frutti di bosco. La vitamina C è un potentissimo antiossidante in grado, cioè, di limitare il danno cellulare provocato dai radicali liberi, sostanze nocive responsabili dell’invecchiamento precoce delle cellule che si formano nell’organismo quando viene utilizzato l’ossigeno per produrre energia. Interviene poi nella sintesi del collagene, nella cicatrizzazione delle ferite, nel potenziamento delle difese immunitarie dell’organismo e nel facilitare l’assorbimento del ferro. Il betacarotene, invece, è presente nella frutta di colore giallo-arancione come albicocche, cachi, pesche e meloni, e viene trasformato dall’organismo in vitamina A, fondamentale per il mantenimento dei tessuti epiteliali, della vista e delle mucose (tessuti di rivestimento interno).  

Sali minerali. Come le vitamine, anche i sali minerali hanno un ruolo fondamentale nelle complesse regolazioni dell’organismo. Essendo eliminati ogni giorno attraverso il sudore, le feci e l’urina, devono essere costantemente integrati con la dieta, anche perché l’organismo non è in grado di produrli autonomamente, ma deve introdurli con l’alimentazione.

Dove si trovano. Banane, kiwi e albicocche sono particolarmente ricchi di potassio, minerale che regola l’equilibrio idrosalino (tra sali e liquidi) e aiuta il funzionamento di nervi e muscoli.

Fibre alimentari.  Il loro apporto  è importante perché:

  1. aumentano la consistenza delle feci ammorbidendole e facilitandone l’espulsione. Questo si deve alla loro capacità di trattenere acqua nello stomaco e nell’intestino, proprio come fanno le spugne;
  2. abbassano i livelli di colesterolo nel sangue, legandosi a quello presente nell’intestino che verrà espulso con le feci;
  3. rallentano l’assorbimento del glucosio (zucchero) nell’intestino, evitando un repentino aumento della glicemia nel sangue;
  4. riducono l’assorbimento di calorie e grassi.

Dove si trovano. Tutta la frutta, così come la verdura, è naturalmente ricca di fibre di entrambi i tipi, in quantità diversa a seconda dei tipi.

Acqua. La frutta è costituita per l’80 – 90% da acqua, elemento essenziale del corpo umano perché tutte le reazioni chimiche vitali avvengono in presenza di acqua. Inoltre l’acqua:

  1.  contribuisce a mantenere in equilibrio il bilancio idrico dell’organismo;
  2.  regola la temperatura corporea;
  3. trasporta i nutrienti e le sostanze da espellere.

Zuccheri semplici. Forniscono energia prontamente disponibile all’organismo grazie, soprattutto al fruttosio, lo zucchero naturalmente presente della frutta. La frutta fresca rappresenta, dunque, un’ottima merenda o spuntino di metà mattino perché dà la giusta carica.

Come iniziare a far mangiare la frutta ai bambini con gli omogeneizzati?

Se la mamma ha poco tempo, una valida alternativa alla frutta fresca omogeneizzata in casa sono gli omogeneizzati di frutta in vasetto, specifici per la prima infanzia, che sono in grado di offrire garanzie sulla provenienza degli ingredienti i e sul loro dosaggio, poiché le aziende produttrici utilizzano solo materie prime garantite da controlli rigorosi, cui sono sottoposte durante la coltivazione e la lavorazione.

 Gli omogeneizzati inoltre sono:

  • igienicamente sicuri e pratici anche quando si è fuori casa.
  • più digeribili poiché la frutta è frantumata in una polpa finissima;
  • privi di conservanti, coloranti e additivi.
Che frutta si può dare a 4 mesi?

Per abituare il piccolo a consistenze diverse dal latte, normalmente si comincia a proporgli la mela o la pera omogeneizzata, poi grattugiata, e gradatamente si passerà agli altri frutti, secondo il calendario dello svezzamento indicato dal pediatra.

L’omogeneizzato di frutta fresca può essere preparato  anche in casa con la frutta lavata e sbucciata con cura, utilizzando un omogeneizzatore facilmente acquistabile in commercio. È preferibile scegliere frutta matura, omogeneizzata o grattugiata all’ultimo momento per evitare che si ossidi e diventi nera.

Come per ogni altro alimento offerto al bambino, è importante conoscere la sua provenienza, soprattutto per verificare che sia stata coltivata senza pesticidi o altri prodotti chimici, scegliendola di stagione e al giusto grado di maturazione.

Quando iniziare a dare la frutta ai neonati?

L’offerta della frutta dovrà rispettare il calendario indicato dal pediatra per evitare di introdurre tipologie di frutta a rischio di allergia prima dell’anno di età.

  • Mela: 4-6 mesi
  • Pera: 4-6 mesi
  • Prugna: 4-6 mesi
  • Banana: 6 mesi
  • Pesca: 8-10 mesi
  • Albicocca: 8-10 mesi
  • Agrumi: 12 mesi
  • Kiwi: 12 mesi
  • Fragole: 2 anni
  • Ciliegie: 2 anni
  • Uva: 2 anni
  • Frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi): 2 anni
Cosa far mangiare ai bambini in estate?

 Durante i primi mesi di vita il piccolo allattato al seno non ha, generalmente, bisogno di integrare con altri liquidi; quelli, invece, allattati con il latte formulato o all’inizio dello svezzamento hanno bisogno di introdurre liquidi più volte al giorno. Inizialmente, si possono proporre succhi e nettari specifici di frutta fresca per la prima infanzia che apportano liquidi, oltre che vitamine e sali minerali, e in seguito anche spremute di arancia o pompelmo. La frutta fresca, quindi, non deve mai mancare nella dieta del bambino, tanto più nella stagione calda, perché è molto dissetante e, grazie al suo contenuto di acqua e sali minerali, favorisce l’idratazione dell’organismo, aiutando il piccolo a reintegrare i liquidi e i minerali persi con la sudorazione.

 

 
 
 

In sintesi

Quando si possono dare i succhi di frutta ai bambini?

Per la legge italiana sono bevande composte al 100% da frutta senza aggiunta di altri zuccheri al di fuori di quello presente nella frutta stessa (fruttosio). Hanno un contenuto di vitamine inferiore a quello della frutta fresca corrispondente, poiché sono sottoposti al processo della pastorizzazione o sterilizzazione per favorirne la loro conservazione. Possono anche avere zucchero aggiunto, in questo caso la legge prevede che sia indicata in etichetta la dicitura “zuccherato”. Possono essere proposti al piccolo dai dieci mesi in avanti quelli senza zuccheri aggiunti, dai dodici quelli con lo zucchero aggiunto.

Che differenza c’è tra i succhi di frutta e i nettari per bambini?

 A differenza dei succhi di frutta, i nettari sono composti per almeno il 40% da frutta e, per la parte restante, da acqua e zuccheri. Possono anche avere zucchero aggiunto, in questo caso la legge prevede che sia indicata in etichetta la dicitura “zuccherato”. Come i succhi possono essere proposti al piccolo dai dieci-dodici mesi.

Come si prepara un frullato di frutta per i bambini?

Prima di essere frullata, la frutta deve essere lavata con molta cura e sbucciata È consigliabile utilizzare frutta matura e di stagione, più ricca di vitamine e sali minerali. Per i più piccoli occorre utilizzare un frullatore specifico che, a differenza di quelli comuni, non inglobi aria. Si può aggiungere al frullato anche acqua o latte, formulato all’inizio e vaccino dopo l’anno per arricchirlo di nutrienti.

Quando dare la spremuta d’arancia ai bambini?

Può essere introdotta nella dieta del bambino solo dopo il primo anno di vita; prima, invece, potrebbe provocare allergie nei piccoli predisposti.

 

 

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