Argomenti trattati
Intorno al sesto mese di vita, dopo i primi assaggi di cereali – come il riso e il mais, privi di glutine, meno allergizzanti e più facilmente digeribili – si può offrire al bimbo la pastina, partendo dai formati più piccoli indicati proprio per la prima infanzia. Inizialmente, è consigliabile cuocerla nel brodo vegetale, per inserire i diversi ingredienti fino ad arrivare alle prime pastasciuttine al pomodoro
I cereali costituiscono la base fondamentale delle prime pappe: all’inizio creme, semolini, in seguito pastine di formato micron e, con la comparsa dei primi dentini, pastasciuttine con i primi semplicissimi sughetti. Si comincia con circa 20 g all’8°- 9° mese, per aumentare gradualmente, fino ad arrivare a 30-40 g intorno all’anno di vita, salvo diverse indicazioni del pediatra.
Si inizia con le pastine
Con la comparsa dei primi dentini, solitamente intorno all’8°- 9° mese, il piccolo comincia a masticare e a voler assaggiare nuovi alimenti. È proprio in questa fase che si possono proporre le prime pastine di formato micron, così piccole da poter anche essere ingoiate (come anellini, cuoricini, stelline, tempestine, semini) cotte nel brodo vegetale.
Intorno ai 10-12 mesi, man mano che aumentano i dentini da latte e il bimbo migliora la sua capacità di masticazione, si può inserire una pasta di formato leggermente più grande (come maccheroncini, pennette) condita con un cucchiaino di olio extravergine d’oliva a crudo e uno di formaggio grattugiato tipo grana o con verdure tagliate in piccoli pezzi, per abituarlo un po’ alla volta a mangiare come “i grandi”.
Quest’ultimo tipo di pasta ricorda, infatti, la pasta degli adulti, ma è pensata appositamente per il piccolo perché è prodotta con una miscela di farine di grano tenero e grano duro, quindi più facile da masticare, e di dimensioni non troppo grandi.
Le pastine specifiche della prima infanzia sono più morbide e digeribili rispetto alla pasta comune prodotta con grano duro perché:
- sono preparate con grano tenero, più digeribile e masticabile, e con farina diastasata, cioè sottoposta a uno specifico procedimento attraverso il quale l’amido viene scomposto in elementi più semplici per garantire la massima digeribilità al piccolo;
- sono arricchite con sali minerali come il calcio, importantissimo per ossa e denti, il fosforo, necessario per il ricambio cellulare e le ossa, il ferro, componente essenziale dell’emoglobina, una proteina contenuta nei globuli rossi, e con vitamine del gruppo B, fondamentali per il metabolismo cellulare, contribuendo a trasformare i cibi in energia per tutto il corpo;
- contengono maltodestrine, zuccheri complessi ottenuti dall’amido di mais, che liberano gradualmente il glucosio, garantendo così un “pieno” di energia prolungato nel tempo;
- sono prodotte con materie prime selezionate, coltivate in terreni lontani da fonti di inquinamento e controllate costantemente in tutto il loro processo di lavorazione da aziende produttrici.
A partire dai 12 mesi si può proporre al piccolo la pasta di grano duro, più ricca di proteine rispetto a quella di grano tenero, di formato più grande e condita con i primi semplici sughetti con il pomodoro.
Quanti grammi di pastina nello svezzamento?
Indicativamente le porzioni di pasta consigliate per fascia di età sono le seguenti:
- 15 g al sesto mese
- 20 g al settimo mese
- 30 g all’ottavo-undicesimo mese
- 40 g nei dal primo al secondo anno
- 50 g dai tre ai cinque anni
- 60-70 g dai sei ai dieci anni
- 80-90 g dagli undici ai quattordici anni.
Le grammature sono indicative e potranno subire variazioni in base agli abbinamenti dei cibi, alla ricetta proposta e alle diverse indicazioni del proprio pediatra che consigliamo di consultare soprattutto nelle prime fasi di avviamento allo svezzamento.
Questo tipo di pasta non deve essere proposta prima dei due anni, in quanto può ridurre l’assorbimento di alcuni importanti sali minerali, come ferro e calcio, e irritare l’intestino del bambino ancora in via di sviluppo a causa del notevole quantitativo di fibre.
La pasta apporta il 10-11% di proteine vegetali che, però, hanno un valore nutrizionale inferiore rispetto a quelle contenute negli alimenti di origine animale (carne, uovo, pesce e latticini). Tuttavia, se abbinata ai legumi (lenticchie, fagioli, ceci, piselli) garantisce la completezza degli amminoacidi, i mattoncini base delle proteine, costituendo così un pasto completo da un punto di vista proteico, paragonabile a un piatto di carne o pesce, con il vantaggio di apportare un minor quantitativo di grassi.
Va detto, però, che i legumi possono essere inseriti nella dieta del bambino intorno all’8°- 9° mese di vita, inizialmente proponendoli come brodo e solo in un secondo momento decorticati (cioè privati della buccia) e passati, per evitare fenomeni fermentativi e coliche gassose (dolorosi mal di pancia).
Sale nella pasta: sì o no?
Per tutto il primo anno di vita è consigliabile non aggiungere sale per insaporire i piatti del piccolo (compresa la pasta), né utilizzare dadi da brodo vegetali o estratti di carne, perché contengono glutammato monosodico o, in assenza di questo esaltatore di sapidità, un elevato tenore di sodio (sale).
Gli alimenti che compongono la pappa sono già naturalmente salati. Aggiungere altro sale nella pastina, quindi – oltre a creare un carico eccessivo sui reni del bambino – può abituare il palato a un gusto troppo saporito che potrebbe condizionare le future scelte alimentari e favorire nel tempo lo sviluppo di malattie come l’ipertensione arteriosa.
Si può dare la pastina alla sera?
Senz’altro. La pastina sazia e rilassa. Il merito va ai carboidrati, principale fonte alimentare di glucosio, lo zucchero che costituisce il nutrimento per eccellenza del cervello. L’azione calmante dei carboidrati dipende dalla loro capacità di:
- saziare e, quindi, di alleviare rapidamente la sensazione di fame;
- aumentare i livelli cerebrali di triptofano, un aminoacido (“mattoncino” delle proteine) da cui deriva la serotonina, un neurotrasmettitore (sostanza chimica che trasmette informazioni tra le cellule del sistema nervoso, regolano funzioni come il sonno, l’appetito, l’umore) che induce calma, rilassamento e favorisce il sonno.
Come è fatta la pasta?
Secondo la legislazione italiana, gli ingredienti della pasta, alimento principe della dieta mediterranea, sono esclusivamente semola di grano duro (o frumento) e acqua. Qualsiasi altra aggiunta, anche se parziale, di farina di grano tenero costituisce una frode. In realtà, esistono due specie di frumento o grano, distinte per le caratteristiche e la destinazione:
- la più comune è quella denominata “triticum vulgare” o frumento tenero. Dalla macinazione del frumento tenero si ottiene come prodotto principale la farina che, a sua volta, viene impiegata per la preparazione di pane, torte, biscotti e pastine per la prima infanzia;
- il “triticum durum” o frumento duro ha un colore ambrato e trova impiego soprattutto nella produzione della semola per la pasta. Non contiene conservanti (perché è l’essicazione del prodotto che permette un’elevata conservabilità) e neppure coloranti, additivi chimici e sale.
Che cosa contiene la pasta?
La pasta rilascia l’amido lentamente: ciò permette di ottimizzarne gli effetti metabolici. Tra i carboidrati della pasta, l’amido è quello più rappresentato e costituisce una delle principali fonti di glucosio, zucchero semplice utilizzato dall’organismo come combustibile per tutte le funzioni vitali (1 g fornisce 4 kcal). L’amido è costituito da carboidrati a lento assorbimento, che garantiscono perciò energia di lunga durata, permettendo al bambino di affrontare intervalli sempre più lunghi tra i pasti.
Altre benefiche funzioni
Per una sana ed equilibrata alimentazione, il 50-60% delle calorie totali deve derivare dai carboidrati, utilissimi perché:
- sono indispensabili per la funzionalità dei globuli rossi, delle cellule muscolari e di quelle nervose;
- partecipano alla formazione degli acidi nucleici costituenti il Dna;
- favoriscono la buona funzionalità della mucosa intestinale e il riassorbimento dell’acqua.