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Un aiuto in più ai neogenitori alle prese con le prime pappe arriva dal ministero della Salute che di recente ha pubblicato sul suo portale web le indicazioni per un giusto svezzamento del bambino.
Un momento delicato
Secondo le società scientifiche e l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) fino ai 6 mesi di vita, il bebè dovrebbe essere alimentato esclusivamente con latte materno o latte formulato. In seguito vanno via via introdotti nuovi cibi, ma:
- senza forzare il bambino,
- consentendogli di toccare il cibo nel piatto e di mangiare con le mani,
- alternando cibi diversi per colore, sapore e consistenza.
L’introduzione di nuovi alimenti dopo i 6 mesi è opportuna per un giusto svezzamento, in quanto il latte da solo non è più sufficiente a fornire un adeguato apporto di energia, micro e macronutrienti, a cominciare dal ferro. Inoltre, il bambino ha sempre più bisogno di cibi energetici e nutrienti perché comincia a stare sveglio per periodi più lunghi e si muove con maggior facilità.
Cosa introdurre dopo l’anno
Compiuto l’anno di vita, il bambino può mangiare quasi tutto. Tuttavia non deve essere considerato un “piccolo adulto”. Le raccomandazioni sono di moderare il consumo di:
- alimenti e bevande con zuccheri aggiunti,
- latte vaccino: non più di 200-400 ml al giorno per evitare un’eccessiva assunzione di proteine. Prima dell’anno, invece, il latte vaccino non va dato al bebè.
- Il giusto fabbisogno energetico
Secondo i più aggiornati “Livelli di assunzione di riferimento ed energia per la popolazione” (revisione 2014), l’apporto calorico giornaliero dovrebbe derivare:
- per il 50% dai carboidrati,
- per il 40% dai grassi (preferibilmente da pesce azzurro, trota o salmone, di cui se ne consigliano 2-3 porzioni a settimana),
- per il 10% dalle proteine.