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Fino a qualche anno fa si riteneva che l’introduzione tardiva di glutine (dopo i 6 mesi) nei bambini predisposti, potesse evitare forme precoci e gravi di celiachia. Un recente studio norvegese dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Oslo, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica “Pediatrics” ribalta, invece, le carte in tavola e rivela che il rischio di ammalarsi di celiachia addirittura aumenta se il bambino “assaggia” per la prima volta il glutine dopo i 6 mesi di vita. Inoltre, il rischio celiachia aumenterebbe anche se l’allattamento al seno si prolunga oltre l’anno di vita.
Esaminati più di 80.000 bambini
I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica di Oslo hanno coinvolto 82.167 bambini e di questi hanno verificato quanti avessero mangiato prodotti contenenti glutine già a 4 mesi, tra 5 e 6 mesi, dopo i 6 mesi. E poi hanno domandato alle mamme fino a che età li avessero allattati al seno. È risultato che i bebè che avevano assaggiato prodotti contenenti il glutine dopo il 6° mese di vita avevano un rischio di ammalarsi di celiachia più alto del 127% rispetto ai bambini che avevano mangiato cereali con glutine prima dei 6 mesi. Risultato simile per l’allattamento al seno: quando era prolungato oltre l’anno di vita, i bambini presentavano un rischio di celiachia più alto del 49% rispetto ai bimbi allattati con latte materno per meno tempo.
La terapia della celiachia
L’unica terapia attualmente conosciuta consiste nella “dieta priva di glutine”, da seguire rigorosamente per tutta la vita. Questo consente il ripristino della funzione assorbente della mucosa intestinale permettendo così al celiaco di recuperare un perfetto stato di salute. Per un soggetto celiaco, tracce di glutine presenti anche accidentalmente (in questo caso si parla di contaminazione crociata) sono dannose. La completa esclusione del glutine dalla dieta non è, però, facile da realizzare, in quanto i cereali non permessi ai celiaci si ritrovano in moltissimi prodotti alimentari e il rischio di contaminazione accidentale da glutine è spesso presente nei processi di lavorazione dell’industria alimentare. Da qui l’obbligo di leggere sempre l’etichetta dei prodotti e di utilizzare il Prontuario Aic (Associazione italiana celiachia), una pubblicazione annuale che raccoglie una vasta gamma di prodotti alimentari del libero commercio, potenzialmente a rischio di contenere glutine per l’impiego di ingredienti non idonei o per la contaminazione del processo produttivo.