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Quasi tutti sanno che alla nascita il bebè vede solo delle ombre e che la vista migliora con il tempo. Ma chi conosce quali sapori è in grado di percepire il bimbo di pochi giorni? Anche il senso del gusto, infatti, non rimane sempre uguale, bensì evolve nel corso del tempo.
Cinque gusti innati
I bambini nascono con cinque gusti innati: dolce, salato, acido, amaro e umami (ossia “saporito”). Nei primi mesi, però, ne sperimentano solo uno: il dolce del latte materno o artificiale. È solo dal momento del svezzamento in poi che, gradualmente, iniziano a conoscere gli altri quattro sapori, affinando sempre più il senso del gusto.
Il ruolo dei genitori
I genitori hanno un ruolo molto importante in questo processo. Infatti, il senso del gusto in un certo senso va educato. Il piccolo va abituato il prima possibile a sperimentare cibi e sapori diversi. L’ideale è iniziare fin dalla gravidanza. Se nelle prime settimane viene nutrito al seno, è bene che la mamma continui a mangiare un po’ di tutto, così da fargli provare attraverso il latte vari gusti. Quando è il momento di svezzare il bimbo, ovviamente bisogna attenersi ai suggerimenti del pediatra e introdurre un solo alimento nuovo per volta. Non bisogna, però, limitarsi, ma ampliare progressivamente la scelta.
No alle forzature
A due-tre anni, il piccolo dovrebbe aver assaggiato tantissime pietanze diverse, fra cui differenti varietà di frutta e verdura. In questo modo non rischia di “annoiarsi” a tavola, finendo per mangiare sempre le solite cose. Non solo: così facendo, mamma e papà gettano le basi per un rapporto sano e sereno con l’alimentazione. È essenziale, però, non forzare mai il bebè. Se rifiuta una pappa, non obbligarlo a mangiarla ma cercare di riproporre gli ingredienti in modi diversi, rispettando i suoi tempi.