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Se il bambino non mangia non dipende quasi mai da un vero problema. L’organismo del piccolo, infatti, è perfettamente in grado di regolarsi da solo. E poi bisogna anche intendersi su quello che la mamma dice quando sostiene che il “bimbo non mangia”. Tanto per cominciare, infatti, quello che per i genitori è un pranzo poco sostanzioso, per il bambino può essere più che sufficiente. Del resto, il passaggio dal latte alla pappa è per molti bambini un momento critico che può portarli a rifiutare il cibo. Ecco l’atteggiamento giusto da tenere per superare il momento critico.
Non bisogna preoccuparsi troppo
L’organismo del piccolo è perfettamente in grado di regolarsi da solo, non solo nelle prime settimane di vita, ma anche durante lo svezzamento, in quanto il suo organismo è in grado di regolarsi per soddisfare le esigenze quotidiane. Ecco perché se il bebè non mangia non bisogna preoccuparsi troppo.
Crescerà abbastanza?
L’appetito del bambino è direttamente proporzionale all’obiettivo di crescita che il suo corpo deve raggiungere. Questo spiega perché i figli di genitori con una corporatura esile non hanno bisogno di grandi quantitativi di alimenti per crescere bene. Al contrario, chi è nato da genitori più robusti ha bisogno di introdurre un quantitativo maggiore di pappa: presumibilmente crescerà molto in peso e in altezza e, dunque, generalmente è più affamato.
Niente forzature
Mamma e papà non devono forzare il bambino che non mangia. La quantità di pappa giusta per lui è quella che riesce a mangiare con piacere, non quella che hanno stabilito mamma e papà. No, quindi, a insistere troppo se rifiuta di mangiare. La cosa importante è proporre al bebè una dieta varia: se mangia poco di tutto, solitamente, non rischia carenze di alcun tipo. Se, quindi, non riesce ad accettare un alimento, non proporglielo a tutti i costi: assorbirà i principi nutritivi contenuti da un altro cibo.