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Uno dei primi alimenti solidi che viene introdotto nella dieta dei più piccoli è il riso. Non tutti sanno, però, che contiene quantità elevate di arsenico, facilmente riscontrabile nelle urine dei bambini che hanno consumato prevalentemente questo cereale o i suoi derivati, come le creme di riso.
Lo studio sull’alimentazione dei più piccoli
Pubblicato su Jama pediatrics e condotto dalla Dartmouth College School of Medicine, rivela che l’esposizione per molto tempo all’arsenico è collegata a più alti tassi di tumori della pelle, della vescica e del polmone. Gli studiosi hanno utilizzato un campione di 759 bambini nati tra il 2011 e il 2014. L’80% ha introdotto il riso nel primo anno di vita. Il 64% dei piccoli ha iniziato a consumarlo tra il quarto e il sesto mese.
Quali pericoli per la salute
Esistono due tipi di arsenico in natura: organico, che si può trovare nel pesce e nei frutti di mare, e inorganico, utilizzato anche nei pesticidi e mangimi (che il riso assorbe più di altre colture) che è cancerogeno. Se assunto per lunghi periodi, anche in piccole quantità, può portare a cambiamenti della pelle, problemi di cuore e ai vasi sanguigni e danni al sistema nervoso. I bambini che mangiano riso, a detta dei ricercatori, assumono quantità importanti di arsenico inorganico, in particolare quelli fino a tre anni d’età, la cui esposizione alimentare a questa sostanza è risultata essere due-tre volte maggiore di quella degli adulti.
Quello integrale ne contiene di più
“Il nostro studio – osservano gli scienziati – dimostra che il consumo di riso aumenta l’esposizione dei neonati all’arsenico più di quanto raccomandato dall’Oms per questa fascia di popolazione”. Secondo le analisi degli studiosi, poi, il riso integrale contiene l’80% in più di arsenico rispetto a quello bianco perché questa sostanza si accumula nello strato esterno del riso che durante la raffinazione viene eliminata. Il riso basmati bianco di India, Pakistan e della California ne contiene di meno.