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Ogni tanto si sente parlare, purtroppo, di casi di sindrome del bambino scosso. È la forma più seria di maltrattamento del neonato, in una fase della vita in cui è del tutto inerme e bisognoso di cure e attenzioni. Certo, essere genitore di un bimbo appena nato, che piange e impedisce il riposo, mette a dura prova i nervi. Una gestione impropria, dettata dalla stanchezza e dallo sfinimento, può però sfociare nella sindrome del bambino scosso, che ha pesanti conseguenze come disabilità fisica e mentale permanente. In qualche caso può portare al decesso. Vediamo di che cosa si tratta e perché è essenziale evitare alcuni comportamenti con il neonato.
Cos’è la sindrome del bambino scosso?
Con sindrome del bambino scosso o Shaken Baby Syndrome si intende una serie di manifestazioni che presenta un bambino piccolo, dopo essere stato sottoposto a uno scuotimento violento.
- Si verifica quando una persona adulta, afferrando il bambino per il tronco, lo scuote avanti e indietro, sottoponendo il collo e la testa del piccolo a un movimento simile al colpo della frusta, ripetuto più volte.
- Questo può causare danni molto seri. Infatti, il capo del neonato ha dimensioni piuttosto voluminose e pesa molto rispetto al corpo. Inoltre, i muscoli del collo non sono ancora sviluppati. Non riescono quindi a opporre una sufficiente resistenza alla forza impressa da un adulto. Di conseguenza, la testolina è sottoposta a una serie di rotazioni e di movimenti avanti e indietro con accelerazioni e decelerazioni.
- “Cervello, cervelletto, midollo spinale contenuti nella scatola cranica subiscono quindi un trauma contro le ossa del cranio stesso”, spiega il dottor Raffaele Falsaperla, Direttore di Pediatria dell’ospedale San Marco di Catania. “Si possono quindi verificare lesioni alle strutture nervose, ai vasi sanguigni, con emorragie e traumi”.
Sintomi sindrome bambino scosso
Il neonato, soprattutto nelle prime settimane di vita, non riesce a manifestare chiaramente il suo malessere. Ecco i sintomi ai quali fare attenzione:
- nausea, vertigini, vomito, fino ad alterazione dello stato di coscienza e coma: in questo caso si tratta delle conseguenze di un ematoma subdurale, il versamento di sangue nelle meningi (lo strato di tessuto che separa il cervello dalla scatola cranica);
- mal di testa, attacchi epilettici, perdita di coscienza: questi sintomi più seri possono nascondere un edema cerebrale, l’accumulo di liquido nel cervello. Questo, gonfiandosi, comprime i capillari sanguigni e blocca l’afflusso di sangue e ossigeno al cervello stesso. I tessuti cerebrali vanno quindi incontro a sofferenza.
- comparsa di macchioline di sangue sulla retina: sono dovute a emorragia della retina (la sottile membrana dell’occhio che accoglie gli stimoli luminosi) a causa del trauma. È tuttavia impossibile che i famigliari del bambino si accorgano di questo sintomo. Le macchie di sangue sulla retina riescono ad essere individuate solo dal medico con l’oftalmoscopio.
Più spesso i sintomi sono meno evidenti e quindi è non è facile capire se si tratta di sindrome del bambino scosso. La sintomatologia nel neonato è ancora più subdola rispetto alle successive fasi evolutive. Spesso compaiono solo sonnolenza, difficoltà di suzione o deglutizione, irritabilità, vomito o inappetenza. Per una diagnosi vera e propria occorre una visita pediatrica o neurologica. Inoltre possono rendersi necessari esami come la Tc o la risonanza dell’encefalo per valutare eventuali danni cerebrali.
Conseguenze della sindrome del bambino scosso
A seconda della violenza dello scuotimento al quale è stato sottoposto il bambino possono verificarsi conseguenze di vario tipo.
- Con il tempo, possono subentrare difficoltà motorie o del linguaggio più o meno evidenti. Quando sono lievi, perché il bambino era già grandicello oppure il movimento non era stato troppo violento, spesso è difficile collegare a un episodio di scuotimento avvenuto nell’infanzia.
- Nei casi più seri possono comparire alterazioni dello stato di coscienza, convulsioni, cecità, perdita della vista, coma e morte.
Le conseguenze della sindrome del bambino scosso possono dipendere, oltre che dall’intensità del trauma, anche dall’età del piccolo. I danni maggiori si verificano nelle primissime settimane di vita e in generale al di sotto dei sei mesi. Dopo questa età la muscolatura del collo del bambino si rafforza ma è comunque possibile causargli seri danni con lo scuotimento o anche con giochi troppo dinamici, come farlo sobbalzare sulle ginocchia o lanciarlo in aria. In generale il piccolo può essere soggetto alle conseguenze della sindrome del bambino scosso fino almeno ai due anni di età.
L’importanza della prevenzione
Non è facile ma è essenziale prevenire la sindrome del bambino scosso. È vero che i primi mesi di vita sono impegnativi, tra le fatiche del puerperio e la mancanza di sonno. Si deve però ricordare che il neonato non ha altro modo, se non il pianto, per esprimere le proprie esigenze.
- Per calmarlo, per nessun motivo il piccolo va scosso, nemmeno leggermente. È invece possibile provare con un bagnetto tiepido, una passeggiata all’aperto, con il ciuccio.
- Il piccolo non va tenuto in braccio durante un litigio o una discussione con un famigliare. Se si è nervosi o irritati il bimbo va lasciato al sicuro nella sua culla.
- Se si avvertono sentimenti negativi, tristezza perenne, se ci si sente in difficoltà o inadeguati è essenziale rivolgersi a una persona di fiducia: il medico, l’ostetrica, un amico fidato, un famigliare. Non si deve avere timore a chiedere aiuto soprattutto se si è soli a gestire il bambino. Esistono precise linee guida internazionali che proteggono la sicurezza e il benessere di mamma e bambino.
Fonti / Bibliografia
- https://www.psy.it/wp-content/uploads/2019/07/Maltrattamento-e-abuso-allinfanzia.-Indicazioni-e-raccomandazioni_luglio.pdf
- Non scuoterlo! - Società Italiana di PediatriaE' il titolo campagna lanciata da Terres des Hommes, con il patrocinio della Società Italiana di Pediatria, per la prevenzione della Shaken Baby Syndrome (Sindrome del bambino scosso). Al centro dell'iniziativa uno spot interpretato dall'attore Alessandro Preziosi, che sarà trasmesso su La7 e Sky a metà marzo.
- https://www.epicentro.iss.it/materno/pdf/RAPPORTO_FINALE_SORVEGLIANZA_BAMBINI_0_2_anni.pdf