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La sindrome del bambino scosso è una forma di maltrattamento “inconsapevole”, dettata dal pianto esasperante del bebè. Ecco quello che c’è da sapere per evitare serie conseguenze. Ecco un decalogo di informazioni con il supporto di psicologi e medici.
Nei primi mesi di vita
I muscoli cervicali del collo sono deboli: se un bambino viene scosso con forza, il cervello si muove liberamente all’interno del cranio, provocando ecchimosi, gonfiore e sanguinamento dei tessuti.
Il picco di incidenza
Si ha tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, quando il bambino non ha ancora il controllo del capo e la struttura ossea è molto fragile.
Senso di impotenza
Scuotere il bambino è la risposta a un pianto “inconsolabile”, di cui gli adulti non riescono a cogliere il significato. Sentendosi impotenti, possono attivare inconsapevolmente comportamenti pericolosi, come appunto la sindrome del bambino scosso .
Lesioni gravi
Lo scuotimento violento è causa di lesioni molto gravi, soprattutto per i bambini al di sotto dell’anno di età. Bastano 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi per avere gravi effetti. La sindrome del bambino scosso può portare al coma o alla morte.
I comportamenti innocui
Giochi abituali o comportanti maldestri dei genitori non provocano lesioni: è innocuo far saltellare il bambino sulle ginocchia, andare in bici con il bambino, fare frenate brusche in auto, cadere dal divano.
I campanelli d’allarme
Attenzione a vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, irritabilità, letargia, difficoltà respiratorie, aumento della circonferenza cranica disarmonico rispetto a peso e altezza, difficile controllo del capo.
Le conseguenze più gravi
Riguardano: disabilità fisiche, danni alla vista o cecità, disabilità uditive, paralisi cerebrale, epilessia, ritardo psicomotorio e ritardo mentale.
Gravi esiti a livello psicologico
I più frequenti sono: disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e della memoria, disturbi comportamentali.
Gli “aiuti” consentiti
Per calmare il pianto di un neonato si può: cullarlo nella carrozzina, fargli fare un giro in macchina, fasciarlo con un lenzuolo piegandogli gli arti in modo che ritorni nella posizione fetale, fargli sentire un fruscio o un rumore continuo (un phon, un’aspirapolvere).
Staccare la spina
Se il pianto diventa esasperante, la cosa migliore da fare è lasciare il bambino in un posto sicuro e allontanarsi. O in alternativa chiedere aiuto a un vicino di casa.