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È allarme negli Stati Uniti per l’aumento di casi di sifilide neonatale, contratta dalla madre per via sessuale. Situazione critica anche da noi. Nel 2017 i casi riportati sono stati 917, nel 2013 erano 362. Si tratta di una vera emergenza perché, quando la sifilide viene trasmessa al feto, ci sono alti rischi di aborto spontaneo, morte del neonato o problemi gravi sia fisici sia mentali. Secondo i Cdc di Atlanta (centri di controllo delle malattie), circa il 40% dei bimbi nati con la sifilide neonatale nasce morto. Le probabilità che il virus venga passato dalla madre infetta e non curata al feto sono dell’80%.
Alto rischio mortalità
Dopo l’Aids, la sifilide è l’infezione a trasmissione sessuale con il più alto tasso di mortalità: 5,6 milioni sono le nuove diagnosi registrate ogni anno. Nota in Europa dalla fine del XV secolo, quando fu introdotta dai marinai di Colombo di ritorno dalle Americhe, sta tornando a far parlare di sé nel mondo occidentale per l’aumento dei casi e l’associazione con l’infezione da Hiv (il rischio è da 2 a 5 volte più elevato). L’aumento negli Stati Uniti supera le altre malattie a trasmissione sessuale.
Controlli in gravidanza
Causata dal batterio Treponema pallidum, la sifilide si trasmette attraverso a seguito di contatto sessuale e una donna malata può trasmettere l’infezione al feto durante la gravidanza. Eppure la presenza del batterio può essere evidenziata con un semplice test del sangue, per evitare ulteriori contagi. Per questo, dati gli effetti della sifilide neonatale, se contratta prima o durante la gravidanza, lo screening per la presenza di anticorpi anti-Treponema dovrebbe essere effettuato assieme agli altri test sierologici nelle prime settimane di gestazione.
Sì al preservativo
Una buona misura di prevenzione e di tutela della salute dei neonati è l’uso di preservativi di lattice. Secondo un’indagine della Fiss (Federazione italiana di sessuologia scientifica), la percentuale di chi attualmente li usa per proteggersi dalle infezioni è alta: l’89,53%. Dall’indagine emerge anche che, nell’ambito delle malattie sessuali, la sifilide è più nota (95%) del Papilloma virus (91,33%) e dell’Hiv (92,34%).