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Dissenteria, febbre, vomito e disidratazione. Se un neonato presenta questa sintomatologia è, con molta probabilità, entrato in contatto con il rotavirus. Rivolgersi al pediatra in modo tempestivo e assicurarsi di restituire la giusta dose di liquidi al piccolo è fondamentale per scongiurare il peggio ed evitare gravi conseguenze.
Rotavirus: cos’è?
Tra le cause più comuni della gastroenterite virale nei primi anni di vita, il rotavirus colpisce principalmente i piccolissimi e, spesso, richiede anche l’ospedalizzazione. Nei neonati dai 6 e i 24 mesi si manifesta con forti scariche di dissenteria, che portano facilmente a una disidratazione, capace di portare a conseguenze gravissime e mettere in pericolo la vita dei piccoli.
Diffusa in tutto il mondo, l’infezione può presentarsi in diverse forme (A, B e C), ma è realmente pericolosa solo quando è provocata da rotavirus A. Come riportato dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù, ogni anno l’infezione da rotavirus causa circa mezzo milione di decessi sotto i 5 anni, di cui ben l’80% si verifica nei paesi industrializzati. I dati relativi agli Stati Uniti d’America e, quindi, paragonabili al contesto italiano, evidenziano come l’incidenza maggiore di morti premature si concentra prima dei due anni di vita, ovvia nella fascia tra i 4 e i 24 mesi.
I sintomi del rotavirus
Una volta contratto, il rotavirus ha due giorni di incubazione prima di presentare i primi sintomi. Il decorso usuale della malattia si esaurisce mediamente tra i tre e gli otto giorni. Nella maggior parte dei casi la prima sintomatologia è rappresentata da un paio di giorni di stato febbricitante lieve o moderato accompagnato da vomito. A questi seguono problemi di stomaco e scariche di diarrea estremamente liquida.
In caso di scariche non particolarmente intense, il rotavirus compie il proprio decorso in modo autonomo e non lascia conseguenze. Qualora, però, l’infezione dovesse presentarsi in forma più intensa, con diarrea a causare una grave disidratazione, il livello di attenzione deve essere massimo. Specie nei neonati, infatti, senza le dovute cure mediche, il virus potrebbe condurre a conseguenze gravissime, mettendo a repentaglio la vita stessa dei piccoli. Se non trattato adeguatamente, il rotavirus, inoltre, dall’intestino può diffondersi nel corpo, andando a intaccare la funzionalità di reni, fegato e sistema nervoso.
Il vaccino contro il rotavirus: numero dosi e conseguenze
Non essendoci una terapia antivirale contro il rotavirus, il vaccino – previsto gratuitamente dal SSN e raccomandato per tutti i neonati – è l’unica forma preventiva davvero efficace per prevenirlo e contenerne la diffusione. Somministrato per via orale in due o tre dosi, il vaccino protegge i più piccoli contro i ceppi più diffusi del virus.
La prima dose del vaccino può essere somministrata fin dalle sei settimane di vita, anche nei neonati pretermine, ma non oltre le dodici settimane. Per le successive dosi occorre attendere almeno un mese, con l’intero ciclo di vaccinazione che non dovrebbe andare oltre le prime 24 settimane per il vaccino a due dosi ed entro le 32 settimane per quello a tre dosi.
Pur indicato per tutti i bambini, la somministrazione del vaccino deve essere interrotta in caso di gravi manifestazioni allergiche. Gli effetti collaterali non si presentano quasi mai. Talvolta, il vaccino può provocare vomito o diarrea in forma lieve. In rarissimi casi, e solo con piccoli già predisposti, si può verificare invaginazione intestinale.
Come si trasmette il rotavirus e quali sono le cure
Il rotavirus si presenta soprattutto durante il periodo invernale e si trasmette per via ora-fecale. Rilasciato attraverso le feci, infatti, l’infezione si contrae entrandovi in contatto, per esempio, mangiando cibo o bevendo acqua contaminati. Ma è possibile ammalarsi anche entrando in contatto con altre persone, tramite semplice contatto. Nei bambini, il virus può restare nell’organismo anche fino a due mesi dopo la comparsa dell’infezione.
Per questo occorre prestare attenzione anche una volta debellato. Pur non esistendo contromisure realmente efficaci, è possibile ridurre le possibilità di contrarre infezione lavandosi correttamente le mani e tenere buone condizioni igieniche in casa e negli ambienti “sensibili”, come l’asilo nido. Guarire dal virus non garantisce l’immunità, anche se le eventuali successive infezioni si presentano solitamente in forma più lieve.
Fonti / Bibliografia
- Rotavirus
- Rotavirus - Ospedale Pediatrico Bambino GesùIl rotavirus causa una delle più frequenti forme di gastroenterite nel lattante, e può dare grave disidratazione pericolosa per la vita