Rigurgito: quando serve il pediatra?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 26/09/2013 Aggiornato il 26/09/2013

È un’evenienza comune nel neonato. Tuttavia, quando il rigurgito è molto intenso e compromette la crescita del piccolo è meglio rivolgersi al pediatra

Rigurgito: quando serve il pediatra?

Il rigurgito è un fenomeno che può essere considerato quasi fisiologico nelle prime settimane di vita. Nella maggior parte dei casi è innocuo e non richiede il ricorso al pediatra. Talvolta, però, può essere sintomo di una situazione più problematica. Ecco quando è il caso di approfondire. Con il termine rigurgito si indica una situazione caratterizzata dall’emissione di piccole quantità di latte: può comparire subito dopo la poppata o anche a distanza di ore. In quest’ultimo caso il latte è cagliato perché la digestione è in fase avanzata.

Un fenomeno comune nel bebè

Moltissimi neonati, sia allattati al seno sia nutriti con il biberon, soffrono di rigurgito nelle prime settimane di vita. È tutta colpa dell’immaturità dell’apparato digerente, in particolare del cardias, la valvola posizionata tra esofago e stomaco, che ancora non funziona bene. Di conseguenza, il latte ingerito può risalire verso la bocca. Ecco perché, se il bebè rigurgita non bisogna preoccuparsi e correre allarmati dal pediatra. In genere, il rigurgito scompare spontaneamente, quando il cardias inizia a chiudere correttamente l’apertura fra esofago e cardias dopo il passaggio del latte.

Quando fare attenzione

Il rigurgito deve preoccupare solo se è molto intenso. In altre parole, è meglio rivolgersi al pediatra se il bebè rigurgita grandi quantità di latte a ogni poppata e mostra altri segni di fastidio e sofferenza, come conati di vomito, pianto, irrequietezza. Anche quando il rigurgito interferisce con la crescita del bebè, impedendogli di acquistare peso e lunghezza, è importante chiedere un consulto medico. In questi casi, infatti, il rigurgito potrebbe essere il segnale di un problema più serio, come un’intolleranza o allergia al latte o un altro disturbo all’apparato gastrointestinale. 

In breve

NON ASPETTARE TROPPO

In genere, durante le normali visite di controllo, il pediatra verifica la crescita del bebè e indaga sulla presenza di eventuali disturbi. Se, però, la mamma ha il dubbio che il rigurgito del piccolo sia anormale è bene che si rivolga subito al medico. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti