I dentini da latte cominciano a formarsi quando il bambino è ancora nel pancione, verso il secondo-terzo mese di gravidanza. Si costruiscono attraverso il sangue della mamma, che fornisce tutti quegli elementi, come il calcio, il fluoro e il fosforo, necessari alla formazione dello smalto (il tessuto più duro dell’organismo che ricopre il dente) e delle altre strutture dentarie.
Quando viene alla luce, perciò, il neonato possiede nascosti sotto le gengive già i germi (cioè gli abbozzi embrionali) di tutti i suoi dentini.
Compaiono in quest’ordine
Anche se ogni bambino ha un proprio ritmo, nella maggior parte dei casi, i primi dentini spuntano verso i sei-otto mesi di vita: si tratta degli incisivi centrali inferiori, cui seguono gli incisivi superiori. Nel corso dei mesi successivi, con ritmo regolare di circa due mesi, sbucano i quattro incisivi laterali, i primi molari, i canini e poi i secondi molari. Entro i due anni e mezzo di vita, la dentizione (il processo di fuoriuscita dei denti attraverso le gengive) è completata: il bambino avrà venti dentini, dieci sopra e dieci sotto: 8 incisivi, 4 canini e 8 molarini. Nella dentatura da latte non esistono i premolari: questi spunteranno a partire dal 10°-11° anno d’età e prenderanno il posto dei molarini decidui. La caduta dei denti da latte (anche detti ‘decidui’, cioè destinati a cadere) e l’arrivo dei 32 denti permanenti di solito si compie fra i 6 e i 12 anni. I primi denti permanenti a spuntare sono i quattro molari. Escono da dietro i molari da latte. Va precisato che i dentini da latte sono diversi da quelli permanenti: sono più piccoli, tozzi e più bianchi, hanno una corona (la parte visibile del dente, che sporge dalla gengiva) di colore bianco-bluastro più bassa e larga, e radici più corte e più sottili.
Possono tardare
Le indicazioni sui tempi della dentizione sono solo generali: ogni bambino, infatti, possiede ritmi personali, per cui può capitare di vedere un bebè di quattro mesi già con qualche dentino, mentre in altri bisognerà aspettare il 12° mese per vedere la comparsa del primo incisivo inferiore. In entrambi i casi, si tratta di un fenomeno naturale. Spesso il ritardo ha una base ereditaria e non dipende da una mancata assunzione di fluoro, di vitamine o di calcio: occorre solo pazientare, a volte fino al 16°-17° mese di vita, perché sbuchi il primo dentino.
Quando consultare il pediatra
Se entro i tre anni non sono spuntati tutti e venti i dentini, ci può essere un’anomalia di assenza di alcuni denti, chiamata agenesia dentale. Spesso si tratta di un problema ereditario. L’unico modo per avere una diagnosi certa è fare un esame radiologico (la cosiddetta “panoramica”), che però è sconsigliato fino all’età di 6-7 anni. Non bisogna in ogni caso preoccuparsi, perché non è detto che l’agenesia nei denti da latte si ripresenti nella dentizione permanente.
I disturbi correlati
La comparsa dei primi dentini è spesso accompagnata da sintomi piuttosto fastidiosi per il bambino. I più frequenti sono:
Salivazione abbondante
È una difesa naturale che, oltre a lubrificare e pulire i denti e le gengive, serve ad attenuare il senso di fastidio provocato dall’irritazione delle mucose gengivali (il rivestimento delle gengive).
- i rimedi: asciugare spesso con una garza o con un fazzoletto la bocca del bambino, in modo che i residui di saliva non irritino la pelle.
Arrossamento e rigonfiamento delle gengive
Sono provocati dalla pressione del dentino che spinge sulla mucosa per emergere e crea così un’infiammazione. È un disturbo che crea una sensazione molto fastidiosa per il bambino, soprattutto nelle ore notturne, e che lo rende irritabile e agitato.
- i rimedi: passare sopra la parte arrossata una garza sterile imbevuta di acqua fredda, oppure massaggiare le gengive con una crema specifica indicata dal pediatra.
Voglia di mordere
Il bambino sembra diventare aggressivo, tende ad afferrare e mordicchiare qualsiasi oggetto gli capiti. Lo fa per attenuare il senso di fastidio e trovare un sollievo dal dolore che gli provoca l’irritazione: in pratica, è un massaggio spontaneo delle gengive.
- i rimedi: si possono dare al piccolo degli specifici anelli in gomma morbida e leggermente ruvida, o dei piccoli ghiaccioli, che contengono un liquido refrigerante. Questi oggetti vanno messi in frigorifero qualche ora prima dell’uso, in modo che il liquido si raffreddi. Mordendoli e succhiandoli il bambino ricava un effetto anestetizzante da freddo che attenua, almeno temporaneamente, il dolore, oltre che un massaggio alle gengive irritate. Questi oggetti sono in vendita in farmacia o nei negozi specializzati in puericultura.
Inappetenza
Il calo dell’appetito è dovuto al fatto che il cibo, specialmente se caldo, aumenta l’irritazione nella bocca. Mangiare di meno è una normale difesa del bambino.
- i rimedi: evitare i cibi o alimenti molto caldi che aumentano il dolore. Privilegiare, invece, bevande fresche e cibi poco solidi che non irritano ulteriormente le gengive, ma che al contrario alleviano in parte il senso di fastidio.