Mortalità perinatale: disturbi respiratori prima causa

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 12/03/2020 Aggiornato il 12/03/2020

A causare mortalità perinatale nei primi sette giorni di vita al secondo posto le problematiche cardiovascolari seguite dalle infezioni

Mortalità perinatale: disturbi respiratori prima causa

Cittadinanza straniera, gravidanza multipla e parto prima della 32a settimana di gestazione sono le condizioni associate a un maggior rischio di morte perinatale, ovvero nel periodo compreso tra la 28a settimana di gestazione e la prima settimana dopo la nascita. In oltre la metà dei casi le morti avvenute durante il travaglio e il parto sono attribuibili a eventi acuti come il distacco della placenta, mentre tra le morti avvenute dopo la nascita, una su cinque è riconducibile a eventi acuti durante il parto. Il quadro sulla mortalità perinatale nel nostro Paese arriva dal progetto pilota di sorveglianza  della mortalità perinatale SPItOSS  coordinato dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e finanziato dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute.

Disturbi respiratori e cardiovascolari

Le informazioni sono state raccolte nei 138 presidi sanitari dotati di unità di ostetricia, neonatologia o terapia intensiva neonatale partecipanti al progetto, che hanno permesso di rilevare che le cause più frequenti delle morti neonatali entro i primi 7 giorni di vita figurano i disturbi respiratori e cardiovascolari del neonato, seguiti dalle infezioni e dalle malformazioni congenite.

Strutture per il parto non adeguate

Gli esperti spiegano anche che quella della mortalità perinatale è una problematica purtroppo ancora oggi troppo spesso legata anche alla scelta non oculata della struttura in cui partorire: i dati raccolti hanno infatti evidenziato che le donne con una gravidanza a rischio partoriscono troppo spesso in ospedali non attrezzati per fronteggiare eventuali complicazioni materne o neonatali.

Diversità tra Regioni: male la Sicilia

Il progetto pilota di sorveglianza ha messo in evidenza come dal 1 luglio 2017 al 30 giugno 2019 ogni 1.000 gravidanze oltre la 28a settimana di gestazione sono morti in utero o entro 7 giorni di vita 2,9 bambini in Toscana, 3,5 in Lombardia e 4 in Sicilia. In quest’ultima Regione sono state evidenziate più frequentemente criticità sia nella qualità sia nell’organizzazione dell’assistenza ostetrica e neonatale: la percentuale di presidi sanitari che riferisce di ricorrere al taglio cesareo oltre la media nazionale è risultato essere molto elevata (69%, contro il 13% della Toscana e il 10% della Lombardia) e gli esperti che hanno valutato il parametro della evitabilità dei decessi hanno rilevato che è risultata pari a zero in Toscana, all’11% in Lombardia e al 38% in Sicilia.

 

 

 
 
 

Da sapere!

I dati raccolti collocano l’Italia in linea con Paesi come la Francia e il Regno Unito, che sono dotati di sistemi socio-sanitari analoghi.

 

Fonti / Bibliografia

  • 404
  • EpiCentroSito di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità rivolto agli operatori del servizio sanitario nazionale
  • CCM
Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Secrezioni vaginali abbondanti a sei mesi dal parto: cosa segnalano?

31/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

La comparsa di perdite trasparenti, prive di odore e non associate a particolari sintomi potrebbe essere espressione della ripresa dell'attività ovarica. Ma per avere la certezza che non si tratti di altro è meglio effettuare un controllo.   »

Gemelli: perché sono diversi?

31/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Se i gemelli sono dizigoti è normale che abbiano un aspetto differente, anche per quanto riguarda il colore di occhi e capelli. Questo perché, a differenza dei gemelli monozigoti, non condividono un identico patrimonio genetico.   »

Streptococco: dare l’antibiotico “solo” per sei giorni favorisce le ricadute?

24/03/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

In caso di infezioni batteriche, la tendenza attuale è di ridurre la durata della terapia con antibiotico sia perché si rivela ugualmente efficace sia in quanto un trattamento breve diminuisce il fenomento dell'antibiotico-resistenza, che rappresenta una grave minaccia per la salute di tutti.   »

Fai la tua domanda agli specialisti