Argomenti trattati
La gastroenterite, un’infezione che interessa lo stomaco e l’intestino, è tra le malattie infettive più frequenti nei bambini, sin dalla culla. Si manifesta con mal di pancia, vomito e diarrea e può essere causata da virus, batteri e parassiti. Le gastroenteriti da virus come i Rotavirus, i Norovirus e gli Adenovirus, particolarmente contagiose, sono le più frequenti nei neonati e nei bambini che frequentano il nido e la scuola d’infanzia.
Nelle forme lievi può essere tranquillamente gestita a casa dai genitori dopo un confronto con il pediatra. Qualora vomito e diarrea siano molto consistenti e persistano per più giorni c’è il rischio concreto che il neonato si disidrati: è assolutamente necessario l’intervento del pediatra che può anche consigliare il ricovero ospedaliero per una reidratazione del piccolo per via endovenosa.
Sintomi
I sintomi di una gastroenterite sono piuttosto chiari e non lasciano adito a grandi dubbi: un’infezione gastrointestinale si manifesta, infatti, con mal di pancia, vomito e diarrea che può arrivare anche a 8-10 scariche giornaliere con feci in genere liquide e maleodoranti.
Spesso insieme a questi sintomi classici possono essere presenti febbre e debolezza che portano il neonato a dormire più del consueto, e inappetenza che si traduce nel rifiuto, più o mano marcato, ad assumere il latte materno o artificiale e le pappe se il piccolo è già svezzato.
E’ questo l’aspetto più preoccupante di una gastroenterite: la scarsa assunzione di liquidi associata alla loro significativa perdita per via di vomito e diarrea aprono la strada alla disidratazione, evento critico da monitorare sempre con molta attenzione nei bambini e nei neonati in modo particolare. Il rischio di incorrere nella disidratazione è tanto più alto, infatti, quanto minore è l’età di chi accusa una gastroenterite.
Nel neonato il segnale che denuncia uno stato di disidratazione è il pannolino che rimane asciutto più del solito e l’urina che diventa a poco a poco più scura. Anche la rapida perdita di peso è sintomo di disidratazione ma per il genitore può risultare difficile verificare questo dato: più semplice invece controllare se la fontanella è infossata, se il neonato è in uno stato di continua sonnolenza, se il suo pianto è senza lacrime: in tutte queste circostanze è basilare avvisare immediatamente il pediatra o chiamare il 118.
Cause
La gastroenterite può avere origine da virus, batteri e parassiti. Nella maggior parte dei casi è provocata dall’infezione da parte del Rotavirus, un virus con alta diffusione soprattutto nella stagione fredda, che ha un’estrema facilità di trasmissione e che colpisce in genere i bambini molto piccoli ma non risparmia gli adulti.
Meno frequenti sono le infezioni virali da Norovirus e Adenovirus e le gastroenteriti causate da batteri come l’Escherichia coli, la Salmonella, il Campylobacter jejuni, il Vibrio cholerae. Decisamente poco comuni in Italia sono le gastroenteriti da parassiti come la Giardia lamblia e l’Entamoeba hustolytica.
Cosa mangiare
Nei neonati continuare l’allattamento al seno rappresenta il modo migliore per affrontare la gastroenterite dal punto di vista alimentare. Se il neonato ha poco appetito per via del malessere dovuto alla gastroenterite è bene cercare di proporre il seno oppure il biberon in modo più frequente del solito così che il piccolo assuma la giusta dose di liquidi per tenere a freno l’eventuale pericolo di disidratazione.
Per quanto riguarda i bimbi più grandi non ci sono evidenze scientifiche che provino l’efficacia delle cosiddette “diete in bianco” che possono essere addirittura controproducenti: la gastroenterite può mettere inappetenza e proporre al piccolo cibi “punitivi” che magari non sono di suo gradimento significa metterlo nella condizione di mangiare ancora di meno. Meglio quindi optare per un’alimentazione che sia sì leggera ma gustosa e saporita cercando di limitare solo i grassi e gli zuccheri che possono peggiorare il problema della diarrea.
Quanto dura
Nella maggior parte dei casi la gastroenterite si risolve da sola, nell’arco di pochi giorni. Il periodo di incubazione e la durata dei sintomi variano comunque in base all’origine della gastroenterite.
In quelle batteriche e virali l’incubazione dura generalmente da 1 a 3 giorni ed è seguita da vomito e soprattutto da diarrea di tipo acquoso (raramente contenente muco e quasi mai tracce di sangue), che può protrarsi da 1-2 giorni fino a una settimana. In caso di parassitosi invece i disturbi intestinali possono continuare a lungo e diventare cronici o intermittenti.
Anche in questo caso di solito l’infiammazione regredisce spontaneamente in poco tempo: va avvertito comunque il pediatra che, qualora i sintomi si prolunghino oltre i 7/8 giorni, può prescrivere una coprocoltura, l’esame delle feci per individuare con precisione l’agente che ha provocato la gastroenterite.
Le cure
Sono diverse in base all’agente che ha provocato l’infezione.
- Le parassitosi, molto rare in Italia, necessitano di una terapia specifica che il pediatra prescrive dopo un esame delle feci.
- Le gastroenteriti batteriche non richiedono in genere la cura antibiotica che il pediatra può prescrivere solo in casi isolati e dopo adeguati esami per individuare il batterio responsabile dell’infezione.
- Non esistono cure invece per le gastroenteriti virali ma solo terapie di supporto che consistono nel mantenere idratato il neonato facendo attenzione che prenda il latte dal seno o dal biberon e, se svezzato, beva adeguatamente. E’ bene in quest’ultimo caso che i genitori somministrino liquidi come acqua, tè e tisane ma non zuccherati, spesso e a piccole dosi.
Quando andare in ospedale
Soprattutto quando la gastroenterite si presenta nei neonati è sempre opportuno parlarne al pediatra per avere consigli mirati su come comportarsi. Questo senza preoccuparsi eccessivamente visto che in genere il problema rientra da solo nell’arco di uno, due giorni.
Se però i sintomi della gastroenterite sono molto intensi oppure si protraggono a lungo si presenta un alto rischio di disidratazione dovuta alla veloce perdita di liquidi, pericolosa perché può creare forti scompensi nell’organismo che possono anche portare a conseguenze estreme.
Quando alle scariche di diarrea e al vomito si associano i seguenti sintomi:
- letargia
- irritabilità
- scarsa frequenza e quantità di urine
- occhi scavati
- fontanella affossata
- pianto senza lacrime
- chiari segnali di disidratazione
è importante avvisare immediatamente il pediatra che potrebbe inviare al Pronto Soccorso perché il neonato venga reidratato per via endovenosa.
La prevenzione
La gastroenterite virale è particolarmente contagiosa. I neonati possono ammalarsi per contatto diretto con la saliva attraverso baci, abbracci, starnuti o colpi di tosse dei fratelli o di altri soggetti portatori del virus. La diffusione della gastroenterite virale avviene anche per via oro-fecale, cioè attraverso il contatto indiretto con le feci infette e il passaggio in bocca delle mani non lavate accuratamente o degli oggetti non sterilizzati.
E’ proprio per questo che i piccoli tra i 12 e i 36 mesi che frequentano il nido e la scuola d’infanzia sono i soggetti più a rischio dal momento che la vita in comunità favorisce la trasmissione dei virus. Neonati e bambini possono ammalarsi di gastroenterite anche andando in piscina oppure assumendo acqua o alimenti contaminati, evento che non riguarda ovviamente i neonati allattati al seno. L’allattamento al seno rappresenta infatti un fattore protettivo contro la gastroenterite nei neonati così come conservare correttamente le pappe e il cibo, disinfettare spesso i giocattoli, i biberon, i fasciatoi e le superfici su cui i piccoli gattonano e giocano questo.
Se in casa c’è un fratellino o un adulto malato è importante disinfettare le superfici che potrebbero essere entrate in contatto con il virus, compresa la seduta del water, lavare separatamente abbigliamento e lenzuola e invitare tutti a lavarsi di frequente le mani.
La vaccinazione
Dal momento che la forma di gastroenterite più frequente è quella da Rotavirus e visto che non esistono cure specifiche, la strada della prevenzione con la vaccinazione rimane la più efficace per arginare le conseguenze più gravi dell’infezione.
Il vaccino anti Rotavirus viene somministrato in due o tre dosi per via orale: la prima dose è prevista a partire dalle sei settimane di vita, anche in caso di nascita pretermine, ma non oltre le dodici settimane.
Le successive dosi vengono somministrate a cadenza mensile con l’intero ciclo di vaccinazione che non dovrebbe protrarsi oltre le prime 24 settimane per il vaccino a due dosi e non oltre le 32 settimane per quello a tre dosi. Entrambi i vaccini sono sicuri ed efficaci nella protezione contro i ceppi più frequenti di Rotavirus e in grado di ridurre il rischio d’infezione fino al 90%.
In breve
La gastroenterite è un disturbo frequente nei neonati. In genere è dovuta a un virus che ha alta diffusione nel periodo invernale e si trasmette facilmente. Si manifesta con vomito, diarrea, febbre e malessere: in genere i sintomi regrediscono spontaneamente in pochi giorni ma nel neonato è sempre bene fare attenzione che la perdita massiccia di liquidi non provochi disidratazione, condizione pericolosa da tamponare immediatamente ricorrendo al pediatra o al Pronto Soccorso.