Disidratazione nel neonato: attenzione al pannolino asciutto

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 24/07/2024 Aggiornato il 24/07/2024

La disidratazione nel neonato può insorgere rapidamente. Molte le cause, tra cui il caldo. E’ pericolosa e per questo è bene monitorare il pannolino: se il bebè ne bagna meno di sei al giorno è opportuno consultare il pediatra o recarsi al Pronto Soccorso.

pannolino neonato

La disidratazione in un neonato è un rischio concreto che non va mai sottovalutato. Le cause possono essere diverse, dalle infezioni intestinali con vomito e diarrea alle temperature elevate che comportano una maggior dispersione di liquidi attraverso il sudore. Controllare il pannolino è sempre una buona regola: se rimane asciutto per molte ore e soprattutto se il bebè non bagna più di sei pannolini in un giorno significa che sta facendo poca pipì o non la sta facendo del tutto, sintomi chiari di disidratazione. Rivolgersi al pediatra o addirittura direttamente al Pronto Soccorso è basilare così da scongiurare qualsiasi rischio, anche fatale per i più piccoli.

I neonati particolarmente a rischio

La disidratazione è una condizione patologica, pericolosa a tutte le età e in modo particolare nelle due fasce più fragili della popolazione: i neonati e gli anziani. L’acqua regola infatti gran parte delle funzioni dell’organismo, favorendo i processi indispensabili per la sopravvivenza. Il corretto equilibrio idrico sussiste quando i liquidi che si assumono sono pari a quelli che si perdono. In alcuni casi può succedere però che il corpo disperda una maggior quantità di liquidi attraverso le urine e le feci ma anche con la traspirazione e la respirazione stessa. In queste situazioni in cui si arriva a un disequilibrio idrico si parla di disidratazione. Una condizione patologica che va immediatamente tamponata e che diventa davvero pericolosa nel momento in cui la perdita di liquidi è pari al 6/7% del totale dei fluidi circolanti nel corpo; la pericolosità nasce dal fatto che insieme ai liquidi vengono espulsi anche sali minerali, elettroliti e altre sostanze che regolano tutte le funzioni dell’organismo. Non a caso una condizione protratta di disidratazione può determinare danni gravissimi fino alla morte. Tutti sono soggetti a disidratazione ma i neonati ancora di più e questo per i seguenti motivi:

  • se nell’adulto l’acqua rappresenta il 60% di tutto il peso corporeo, nei neonati la percentuale sale all’80%. Questo significa che i neonati sono maggiormente esposti alla perdita di liquidi rispetto agli adulti,
  • i neonati hanno un metabolismo più veloce per cui la richiesta basale di acqua è maggiore rispetto agli adulti,
  • hanno un sistema di termoregolazione ancora immaturo e così il loro corpo riesce ad adattarsi in maniera meno efficace alle variazioni climatiche. Anche la produzione di sudore, che serve a raffreddare la superficie corporea e a disperdere il calore in eccesso, è ancora insufficiente,
  • le infezioni intestinali con vomito e diarrea e conseguenti importanti perdite di liquidi interessano maggiormente i neonati e i bambini rispetto agli adulti,
  • i neonati non possono esprimere lo stimolo della sete che nei bambini più grandi e negli adulti è un segnale, anche se non sempre presente, di disidratazione.

Sintomi di disidratazione nel neonato

La disidratazione nel neonato è particolarmente pericolosa perché può sopraggiungere molto rapidamente costringendo l’organismo a mettere in atto una serie di strategie per compensarla che portano a danni importanti:

  • blocco del meccanismo della sudorazione. Il corpo cerca di risparmiare la poca quantità di acqua rimasta, ma questo determina il surriscaldamento interno con conseguenze negative sulla termoregolazione dell’ipotalamo,
  • blocco del meccanismo della minzione. Anche in questo caso evitando di perdere acqua con la pipì il corpo cerca di ripristinare l’equilibrio idrico. E’ la ragione per cui un neonato che bagna pochi pannolini è da monitorare con attenzione,
  • diminuzione della volemia. Il sangue circola con minor fluidità nei vasi, il cuore di conseguenza si affatica e si può arrivare al collasso cardiocircolatorio.

E’ molto importante che i genitori sappiano cogliere i sintomi della disidratazione nei bambini per poter intervenire nel modo più opportuno. Ma come è possibile capire che un neonato è disidratato? Quando presenta uno o più dei seguenti sintomi: 

  • la fontanella e gli occhi sono affossati;
  • il neonato piange e si lamenta ma senza lacrimazione. E’ questo un altro modo per il corpo di risparmiare acqua;
  • bocca e mucose sono secche;
  • la pelle è secca e fredda;
  • il neonato è poco attivo, in uno stato di sonnolenza o addirittura di letargia;
  • la minzione non è frequente quindi il pannolino è asciutto.

Il consiglio dei pediatri della SIN, Società italiana di neonatologia, in questi casi è quello che il piccolo venga immediatamente valutato dal pediatra.

Campanelli di allarme

I pediatri della SIN specificano che l’allattamento esclusivo materno, o con latte artificiale in assenza di latte materno, soddisfa tutti i bisogni non solo calorici, ma anche idrici, necessari a mantenere l’adeguato equilibrio idro-elettrolitico del neonato. Quando il neonato non riesce però ad alimentarsi regolarmente è bene saper riconoscere gli eventuali segnali di disidratazione. Si tratta di secchezza delle mucose, avvallamento della fontanella anteriore, irritabilità o sopore, alterazioni della temperatura corporea. Ma il primo segnale che i pediatri SIN consigliano di monitorare con particolare attenzione è la scarsa emissione di urine che si deduce dal pannolino asciutto. 

La produzione di urina si considera sufficiente, infatti, se il bambino bagna almeno 6 pannolini nelle 24 ore. Va tenuto presente poi che meno è frequente la minzione, più l’urina diventa “concentrata” e quindi scura e con un cattivo odore. Oltre a controllare se il pannolino è bagnato o meno, quindi, è bene verificare anche queste due condizioni: che la pipì, anche se presente in piccola quantità, non sia scura e non emani odore forte e sgradevole. I migliori pannolini oggi in commercio sono molto assorbenti e quindi può non essere facile capire se il neonato sta facendo poca pipì. Se fa pipì poco alla volta, infatti, può essere che il pannolino assorba il liquido rapidamente tanto da sembrare asciutto.

Può essere utile comunque fare una prova: tenendo conto che una pipì di un neonato equivale pressappoco a tre cucchiaini di acqua, si può bagnare il pannolino con la stessa quantità di acqua così da capire al momento del bisogno se è effettivamente bagnato o meno. In ogni caso dal momento che la disidratazione è molto pericolosa occorre sempre essere molto prudenti e nel caso in cui si noti che il neonato bagna il pannolino meno rispetto al consueto è opportuno chiedere il parere del pediatra. Importante poi cercare di ricordarsi quando si è fatto l’ultimo cambio e se ci si rende conto che il neonato ha il pannolino asciutto da più di sei, sette ore è meglio parlarne con il pediatra. Ci si deve mettere in allarme poi se, oltre a trovare il pannolino asciutto, si nota che il piccolo è irrequieto o, peggio ancora, sonnolento e con riflessi poco attivi. Meglio recarsi subito al Pronto Soccorso in questi casi perché potrebbe essere necessario reidratare il piccolo mediante somministrazione di liquidi per via endovenosa o di soluzioni elettrolitiche mediante sondini di plastica (sondino naso-gastrico) che, attraverso il naso, raggiungono lo stomaco o l’intestino.

Come prevenire

I pediatri della SIN spiegano che per prevenire la disidratazione nel neonato non serve somministrare acqua o altri liquidi dal momento che il latte materno contiene già tutto quanto serve per preservare l’equilibrio idrico dell’organismo. Serve invece alla mamma che allatta bere parecchio, soprattutto in estate con le temperature elevate.

Se il bimbo è nutrito con il biberon, è importante assicurarsi che termini i pasti. Non occorre modificare il numero delle poppate e nemmeno aggiungere più acqua del solito. Dai cinque mesi, invece, soprattutto se è già iniziato lo svezzamento, è bene offrire spesso l’acqua, che deve essere a temperatura ambiente.

In tutti i casi comunque in cui si noti che il piccolo è più irrequieto del solito il consiglio degli esperti è quello di proporgli il seno con una maggior frequenza. Nel caso, comunque, si noti che il neonato non mangia a sufficienza, il latte materno o quello artificiale, è basilare ricorrere al pediatra. Ci sono alcune accortezze che i genitori dovrebbero comunque sempre adottare per prevenire le conseguenze più gravi della disidratazione:

  • controllare spesso il pannolino per verificare che non sia poco bagnato o del tutto asciutto
  • evitare di coprire troppo il neonato
  • tenerlo tassativamente lontano dal sole
  • anche all’ombra scegliere un posto fresco e arieggiato per scongiurare i colpi di calore
  • fare attenzione agli sbalzi di temperatura e all’aria condizionata in estate
 
 
 

In breve

La disidratazione è più frequente nei neonati rispetto agli adulti per le loro caratteristiche fisiologiche. In estate è il caldo uno dei maggiori responsabili di una condizione che va tenuta sotto controllo perché molto pericolosa. Monitorare la condizione del pannolino aiuta: se è asciutto per troppo tempo è segno che il piccolo trattiene le urine per risparmiare liquidi. Il consulto con il pediatra si impone di rigore.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Ricette per lo svezzamento

Vaccini per bambini

Elenco frasi auguri nascita

Elenco frasi auguri battesimo

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Bimbo di 7 mesi intollerante al latte

30/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

Sull’intolleranza al lattosio vi è molta confusione. Questo sia perché ci sono diversi tipi di intolleranza al lattosio, sia in quanto ogni singolo soggetto ha caratteristiche cliniche molto eterogenee, sia per intensità che per gravità e non tutte riportabili alla sola e semplicistica “intolleranza...  »

Referto dell’ecografia morfologica: come capire se c’è qualcosa che non va?

28/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Se il medico che effettua l'ecografia morfologica non rileva anomalie, non ha senso arrovellarsi sul referto. Se ci fosse stato qualcosa che non va sarebbe stato comunicato. In Inghilterra non vengono rilasciati alle pazienti i risultati degli esami proprio per evitare preoccupazioni inutili a chi non...  »

Mutazioni MTHFR eterozigote e PAI 4g/4g omozigote: possono causare l’aborto?

24/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

L'interruzione spontanea di una gravidanza iniziale è quasi sempre dovuta a uno sbilanciamento cromosomico del feto e non a mutazioni che di fatto non impediscono in assoluto che una gestazione vada a buon fine, come dimostra il fatto che tantissime donne che ne sono interessate hanno figli.   »

Quinta settimana di gravidanza: non si vede l’embrione e si evidenzia un distacco

21/10/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Anna Maria Marconi

Non è mai opportuno voler fare la prima ecografia troppo precocemente perché anziché esserne tranquillizzate si rischia di peggiorare la propria ansia. In quinta settimana difficilmente si vedono l'embrione e il battito del cuoricino, in più non si può capire bene se davvero si è in presenza di un distacco...  »

Fai la tua domanda agli specialisti